dal Forum dei Sostenitori del Fatto Quotidiano, la testimonianza della lettrice Anna (Milanesesempremoltoa)
Scrivere oggi dopo aver assistito praticamente in diretta a quella che è stata definita ”la catastrofe del secolo” è abbastanza difficile. Le immagini che in ripetizione vengono trasmesse da giorni su tutti i canali tv di Stato fanno semplicemente rabbrividire. Ma suscita al contempo molto sconcerto e tantissima rabbia (e lo farà ancora per molto tempo) l’allarme diramato su tutti i dispositivi mobili collegati in rete, che è arrivato solo alle 20:03 del giorno 29, quando ormai in molti luoghi la tragedia era già avvenuta da ore.
Dopo aver diluviato per tutta la giornata di lunedì, e dopo una notte praticamente insonne per la violenza delle raffiche del vento, assieme a quella di una pioggia incessante per ore, nella provincia valenciana ci siamo risvegliati con un cielo sempre più plumbeo e foriero di brutti presagi.
Il 29 è stato un giorno spaventoso, e anche se nella via dove abito non si sono verificati danni estremi, perché fortunatamente si trova in una zona lontana dal fiume che ha causato tanti morti, si capiva che era un azzardo muoversi per andare in giro.
Il comune di Torrent, dove abito, ha avuto parecchi danni, e il bilancio tragico parla di cinque persone morte, alcune delle quali si trovavano in strada e sono state sorprese dalla violenza alluvionale. E con questo torno al motivo principale del mio commento: la Generalitat di Valencia non ha gestito nel modo giusto questa emergenza.
Se in alcuni paesi o città (Valencia compresa) fin dal mattino le scuole e università sono state chiuse, dando la misura della effettiva pericolosità dei fenomeni atmosferici in corso, da altre parti (compresa la zona più danneggiata dove si sono verificati i maggiori decessi), l’allerta di rilevanza massima (di livello rosso) non è arrivata in tempo utile alla sera del 28 ottobre, né alle prime ore del mattino del 29. Così la gente è uscita per recarsi al lavoro, per portare i figli a scuola, o addirittura per farsi un giro al centro commerciale di zona, magari per comprare l’occorrente per Halloween (!).
Perché qui ogni volta che stanno per arrivare delle nuove perturbazioni vengono sempre definite nello stesso modo, come Dana, quando magari sono semplici pioggerelline che non fanno danni, ma portano solo sollievo all’arsura e alla siccità della terra.
Così la gente non fa più attenzione al pericolo e non è preparata ai veri eventi catastrofici.
Ad ogni modo, io ho difficoltà a credere che non ci fossero gli estremi per classificare il disastro avvenuto fra il 28 e il 29 ottobre come evento di portata eccezionale, che meritasse un appellativo diverso e una classificazione più specifica: quella di “uragano”.
Bisogna dare le giuste informazioni alla popolazione, per evitare che succedano tragedie come queste. Ma a quanto pare abbiamo molti politici e persone che lavorano in ambito ambientale che non si sono ancora adeguati a questo cambio climatico, che va trattato con moltissima responsabilità. Altrimenti si verifica la favoletta che ci raccontavano da bimbetti, il famoso “al lupo, al lupo” che conosciamo tutti e che ha un finale sempre tragico!
Ci sarebbe molto altro da aggiungere, perché il Presidente della Comunità Valenciana ha responsabilità ben più specifiche, avendo chiuso l’Unità di Emergenza che poteva portare soccorso in tempi più rapidi… e invece ha impiegato ore prima di poter prestare aiuto alla gente che viveva nelle zone più devastate.
Di questa vicenda si parlerà a lungo, e ben vengano le polemiche se saranno capaci di far cambiare la situazione attuale. Purtroppo questi discorsi si fanno (quasi) sempre a babbo morto… Ma prevenire è meglio che curare!
Sicuramente sarà da approfondire il tema centrale di questo cataclisma, sulla prevenzione che doveva essere trattata con meno superficialità. Inoltre, pongo l’accento sulla scarsa attenzione all’informazione: per ore in rete e in tv giravano solo i video amatoriali delle persone che filmavano ciò che avveniva sotto casa loro.
Tutta la Spagna però non ha digerito il messaggio di allarme inviato con tanto di sirena spiegata a tutti i dispositivi mobili, arrivato – ripeto – a tutti i cittadini residenti nella regione alle 20:03 della sera del 29, quando ormai il dramma era già ampiamente successo da ore. Avrebbero dovuto inviarlo a quell’ora nella sera del 28, e non avremmo la conta che abbiamo adesso di tanti morti.
Infine, una notizia agghiacciante di qualche ora fa. Il servizio di Rtve delle 13:50 raccontava la testimonianza di un uomo che per raggiungere i suoi cari, di cui non aveva notizie, non potendo andare in macchina si è incamminato lungo l’autostrada incontrando un sacco di mezzi (auto e camion) completamente disastrati. In una auto di queste, al posto di guida ha visto un uomo morto e lo ha poi raccontato alla pattuglia di polizia incontrata poco dopo, che gli hanno risposto di averne trovati a decine lungo la strada che stavano perlustrando.