Siamo nel 2024, e questo potrebbe essere l’anno in cui batteremo tutti i record, rispetto al clima. Carlo Buontempo, a capo del Climate Change Service di Copernicus, spiega che è probabile che quest’anno sia il più caldo mai registrato. Le temperature di aria e mari sono alle stelle e, per evitare di superare il record del 2023, servirebbe un vero e proprio “miracolo climatico”: un calo drastico delle temperature globali tra novembre e dicembre.

E questo è solo l’inizio: quello che si è ripetuto in Emilia Romagna e le recenti alluvioni in Spagna, il caldo da record nel Mediterraneo, e disastri come il ciclone Dana a Valencia sono fenomeni coi quali purtroppo dovremo fare i conti, alla faccia dei negazionisti climatici, e ci ricordano che il cambiamento climatico è qui e si fa sentire. La domanda che sorge spontanea è: quanto influisce il riscaldamento globale su questi eventi estremi e, soprattutto, cosa possiamo fare per limitarne le conseguenze?

Come il riscaldamento globale scatena eventi meteo estremi
Le temperature in aumento del Mediterraneo stanno dando una spinta extra ai fenomeni climatici estremi in tutta l’area. Carlo Buontempo spiega che queste acque calde sono come una batteria infinita per tempeste e alluvioni, non solo nel Mediterraneo, ma anche in posti come Repubblica Ceca e Polonia. Infatti, mari più caldi significano tempeste più violente, con piogge torrenziali e venti forti che colpiscono duramente.

E non finisce qui: temperature oceaniche elevate alterano l’equilibrio atmosferico, aumentando la frequenza di fenomeni estremi come le piogge intense. Un tempo, eventi di questa intensità erano rari; ora sono quasi la norma. Questo nuovo scenario climatico rappresenta un rischio crescente per città, infrastrutture e vite umane.

Più eventi estremi, meno “normalità”
Non è la prima volta che Valencia viene colpita da un ciclone come Dana, ma la differenza oggi è l’energia extra nel sistema, grazie al riscaldamento globale. Questa “benzina” climatica rende le tempeste più intense e imprevedibili. Cicloni che prima erano solo piogge forti ora sono veri e propri nubifragi che scaricano litri d’acqua in pochi minuti, con un potenziale distruttivo enorme.

E mentre i temporali si fanno più intensi, altre condizioni estreme – come le ondate di freddo – si fanno sempre più rare. In molte zone d’Europa, presto la neve potrebbe diventare un lontano ricordo. Questo squilibrio impatta ecosistemi, agricoltura e infrastrutture in modo molto concreto.

Mario Tozzi e il suo messaggio: agire prima che sia troppo tardi
Il geologo e divulgatore Mario Tozzi ci offre una visione chiara e preoccupante: il cambiamento climatico non è solo un ciclo naturale, ma una conseguenza diretta delle attività umane. Secondo lui, i fenomeni estremi che vediamo oggi non sono che i primi segnali di una crisi ecologica che minaccia la nostra stabilità. Se non agiamo subito, ci troveremo di fronte a disastri sempre più frequenti e devastanti.

Tozzi spinge per una maggiore consapevolezza e per l’azione da parte di tutti, dai leader politici ai singoli cittadini. La sua visione è chiara: senza interventi mirati, il cambiamento climatico avrà un impatto devastante su ecosistemi, economia e vite umane.

Le Sentinelle del Territorio: cittadini in prima linea per il clima
La Protezione Civile svolge un ruolo chiave, ma con l’intensificarsi degli eventi climatici estremi, serve un aiuto extra. Ecco l’idea delle Sentinelle del Territorio: gruppi di volontari locali che monitorano e segnalano criticità sul territorio in collaborazione con Protezione Civile, Province e Regioni.

Le Sentinelle controllano tutto, dai fiumi intasati ai segnali di frane, agendo come “occhi e orecchie” sul campo. Un progetto del genere, se ben strutturato, può davvero fare la differenza, riducendo i tempi di intervento e creando un legame più forte tra cittadini e ambiente.

Implementazione del progetto: formazione, tecnologia e incentivi
Per far decollare le Sentinelle del Territorio servono risorse e organizzazione. Ecco come si può fare:
Formazione dei volontari: addestramento specifico e corsi di aggiornamento su clima e sicurezza.
Supporto tecnologico: un’app per segnalazioni in tempo reale e strumenti GPS per il monitoraggio.
Incentivi e sensibilizzazione: campagne informative e incentivi per motivare la partecipazione.

Con formazione, tecnologia e incentivi, le Sentinelle potrebbero diventare un modello innovativo di prevenzione e gestione delle emergenze climatiche.

Il futuro è adesso: agiamo per il nostro pianeta
Il 2024 ci lancia un messaggio chiaro: il tempo per agire è ora. Esperti come Buontempo e Tozzi ci avvertono che i cambiamenti climatici stanno accelerando, e noi dobbiamo fare la nostra parte. Progetti come le Sentinelle del Territorio offrono un’opportunità concreta per le comunità di proteggere il proprio ambiente.

Ognuno di noi può contribuire: cambiare il proprio stile di vita, sensibilizzare gli altri, e fare pressione per politiche ambientali più forti. Il futuro è nelle nostre mani, e solo agendo insieme possiamo sperare di lasciare un pianeta vivibile per le generazioni future.

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