È irrintracciabile, forse “latitante” Gabriele Pegoraro, ingegnere vicentino indagato dalla Procura di Milano come uno dei membri della presunta associazione a delinquere dedita al dossieraggio. Pegoraro, 48 anni, è azionista e “chief innovation officer” della Bitcorp, società che fornisce servizi di intercettazione anche alla Procura del capoluogo lombardo, e collaborava dall’esterno con la Equalize, srl […]
È irrintracciabile, forse “latitante” Gabriele Pegoraro, ingegnere vicentino indagato dalla Procura di Milano come uno dei membri della presunta associazione a delinquere dedita al dossieraggio. Pegoraro, 48 anni, è azionista e “chief innovation officer” della Bitcorp, società che fornisce servizi di intercettazione anche alla Procura del capoluogo lombardo, e collaborava dall’esterno con la Equalize, srl con sede in via Pattari (dietro il Duomo) al centro, secondo gli inquirenti, della rete di spionaggio illegale. A quanto affermano all’agenzia LaPresse due fonti inquirenti, l’uomo è “introvabile da tempo, nessuno sa dove sia”: per ottenere il suo arresto e la custodia ai domiciliari il pm Francesco De Tommasi ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame, dopo che il gip lo aveva negato per mancanza delle esigenze cautelari.
Pegoraro è accusato di aver materialmente “esfiltrato” informazioni dai dispositivi dei bersagli dello spionaggio della Equalize: tra gli altri, i giornalisti Gianni Dragoni e Giovanni Pons, il presidente di Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini e il velocista Marcell Jacobs, oro nei cento metri a Tokyo 2020. L’ingegnere è indagato anche a Torino per aver omesso di comunicare ai pm di essere in rapporti d’affari con il gruppo Skp, galassia di società di investigazioni su cui era stato incaricato di svolgere intercettazioni.
Dalle carte dell’inchiesta milanese, e in particolare da un’intercettazione riportata in un’informativa dei Carabinieri, emerge che Carmine Gallo, ex poliziotto a capo della Equalize, vantasse un rapporto di amicizia con l’ex dirigente dei servizi Marco Mancini e con l’ex capo della security Telecom Giuliano Tavaroli, condannato per lo scandalo Telecom-Sismi: “Pure con Mancini eravamo amici, anche perché è tutta gente che io ho conosciuto quando eravamo ai servizi, tutti insieme eravamo, con Giuliano Tavaroli in Procura, con Mancini… ovviamente gli ho fatto pure dei favori a lui, lui me ne ha fatti anche a me, parecchi”. In un’altra intercettazione Samuele Calamucci, altro presunto capo del gruppo di spionaggio milanese, dice che Mancini “è un componente della Squadra fiore“, presunta rete di dossieraggio attiva a Roma composta da ex appartenenti alle forze di polizia, su cui indaga la Procura della Capitale. “Mancini è un componente doppio Mike, l’ho chiamato doppio Mike”, dice, riferendosi presumibilmente alle sue iniziali.