La Corte d’Appello di Palermo ha applicato nuove misure cautelari nei confronti di Giuseppe Corona, 56 anni, presunto boss mafioso condannato a 15 anni e due mesi in Appello per riciclaggio e intestazione fittizia di beni, ma scarcerato nei giorni scorsi dal 41-bis, in attesa dell’esito del ricorso in Cassazione, per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare, essendo trascorsi sei anni dal primo arresto. Ora, su richiesta della Procura generale, i giudici gli hanno imposto il divieto di dimora in Sicilia, l’obbligo di permanenza nell’abitazione in orario notturno e l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria del luogo dove dimorerà.
Corona è considerato dagli inquirenti uno dei boss emergenti di Cosa nostra palermitana: secondo l’accusa ha realizzato investimenti per conto di varie cosche, soprattutto quelle di Porta Nuova e di Resuttana, tra centri scommesse, compro oro e persino vendita di preziosi al monte dei pegni. La sua scarcerazione aveva provocato l’indignazione di importanti esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo, secondo cui la decisione ha messo “a repentaglio il brillante lavoro fatto in questi anni dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata”.