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Guerra in Ucraina, Usa e Cina in allarme per la collaborazione militare tra la Russia e la Corea del Nord

Pyongyang ha inviato soldati al fronte per sostenere l'esercito di Putin: per la Casa Bianca ora è tra i “legittimi obiettivi militari”. Pechino invoca la de-escalation

La più grande guerra d’Europa dopo la Seconda mondiale sta diventando ancora più grande. Per la prima volta dall’inizio del conflitto nel 2022, un Paese terzo invia le sue truppe in Ucraina. Non armi, non addestratori, non assistenza umanitaria, militare o finanziaria, ma soldati. Uno dei più grandi eserciti al mondo, quello della Corea del Nord – che tra le sue fila ha un milione e duecentomila soldati, ma che non combatte in trincea dagli anni ’50 – sta per entrare in battaglia al fianco dei russi contro i soldati ucraini.

Il 24 ottobre scorso la Duma ha votato per ratificare il trattato di mutua assistenza militare, in caso di attacco, con Pyongyang. È una nuova partnership strategica tra Federazione e Nord Corea che non piace a Pechino, ma per ora la Cina – che ha ripetutamente chiesto la de-escalation in Ucraina – tace su un affiatamento militare che potrebbe destabilizzare non solo l’Ue, ma anche la regione asiatica.

Ci sono circa 8mila soldati nordcoreani stazionati in Russia al confine ucraino, ha riferito Antony Blinken, e stanno per essere dispiegati in combattimento: fare ricorso a unità militari straniere, secondo il segretario di Stato statunitense, “è segno di debolezza”: “la Russia è disperata”. In contatto con i diplomatici cinesi, quelli americani – ha assicurato – faranno il possibile per “frenare queste attività”. Gli avvertimenti statunitensi ai nordcoreani, che fanno eco a quelli ripetuti dai vertici sudcoreani, sono stati molteplici: per la Casa Bianca le forze nordcoreane, “cobelligeranti”, una volta sul campo, diventerebbero “legittimi obiettivi militari”. Anche Mark Rutte, segretario generale Nato, teme che diventino una “minaccia per la sicurezza indo-pacifica oltre che per quella euro-atlantica”.

Addestrati nella guida dei droni, artiglieria, operazioni di base di fanteria, i nordcoreani arriveranno presto in prima linea, in trincea. Non è ancora chiaro se e come questa infusione di manpower asiatica impatterà sull’esito della guerra. Secondo l’intelligence sudcoreana le navi della marina russa hanno cominciato il trasferimento di 1500 soldati delle forze speciali di Pyongyang a Vladivostock dall’inizio di mese scorso: sono in possesso di falsi documenti d’identità, uniformi e armi. Sono stazionati anche nelle basi di Ussurisk e Khabarovsk, la città in cui un professore di storia del liceo cittadino ha cominciato ad insegnare ai suoi studenti Juche, la dottrina ufficiale dello Stato più isolato al mondo, elaborata da Kim Il sung. Vladislav Kushnirenko ha fondato l’organizzazione giovanile filo-Pyongyang ricevendo il supporto del consolato nordcoreano: “più forte sarà l’alleanza tra Russia e Nord Corea” ha detto all’agenzia statale Tass “più vicino sarà il collasso dell’impero occidentale”.