Pierpaolo Spollon e quella collezione che non ti aspetti. L’attore, conosciuto dal grande pubblico per i suoi ruoli in serie di successo come L’allieva, Doc – Nelle tue mani e Blanca, ha sorpreso i fan raccontando della sua passione per i super 8 d’epoca e, in particolare, per i film pornografici tedeschi degli anni ’80. “Colleziono super 8, e tra le meraviglie che possiedo ci sono anche dei porno tedeschi anni ’80”, ha confessato con una risata ai microfoni di Supernova, il nuovo podcast di Alessandro Cattelan.
Spollon ha quindi rivelato come è entrato in possesso di questa collezione “hot”, raccontando un aneddoto tra il surreale e l’esilarante: “Ero andato a casa di un ragazzo per comprare un proiettore super 8. Quando mi ha aperto la porta, indossava shorts inguinali e una magliettina tagliata; viveva in una casa piena di oggetti accumulati. Mi ha mostrato il super 8 con questi film porno tedeschi e ho pensato ‘perché no?’”. L’attore ha poi aggiunto di aver pagato in fretta per uscire da quella casa assai inquietante, ma oggi si dice soddisfatto dell’acquisto, definendolo un “regalo enorme” per il valore economico della collezione.
In questo cofanetto, racconta, spicca il titolo Four days with hoe, composto da quattro pellicole: “Una volta i porno erano davvero curati, avevano un direttore della fotografia e una storia. C’era un’attenzione al dettaglio che oggi è impensabile”, ha spiegato. Quindi ha svelato che non utilizza questi video per scopi erotici, ma come fonte di intrattenimento: “Non mi eccitano, anzi, mi fanno ridere. Li guardo con gli amici, tra birra e patatine, e ci divertiamo molto. È quasi un rituale”.
Nel corso del podcast, Spollon ha raccontato anche un episodio di imbarazzo che risale alla sua infanzia in campeggio. Con un sorriso, ha ricordato come, da bambino, abbia creato senza volerlo un piccolo scandalo: “Dovevo andare in bagno e non volevo lasciare la doccia, così ho pensato che il buco di scolo sarebbe stato sufficiente. Invece no, e si è creato un mistero nel campeggio. I miei genitori commentavano a tavola quanto fosse incivile chiunque l’avesse fatto, e io non avevo il coraggio di dire che ero stato io”. La verità è venuta fuori solo tre anni dopo, quando ha trovato la forza di confessarlo a sua madre nel cuore della notte: “Non riuscivo a dormire, così sono andato da lei e gliel’ho detto. È stata contentissima e mi ha fatto chiamare mio padre, che era a Roma per lavoro, per raccontarglielo. Non si aspettava una telefonata da Padova alle tre del mattino con me in lacrime!”.