Cronaca

New York Times: “Il veliero Bayesian affondò a causa di vulnerabilità strutturali”. Il costruttore: “Ridicolo”

Secondo una ricostruzione del quotidiano statunitense New York Times, il veliero Bayesian, affondato in pochi minuti durante una tempesta mentre era ormeggiato al largo di Palermo, calò a picco a causa del maxi albero da 72 metri, il più alto del mondo. Il giornale scrive che il veliero da 40 milioni di dollari era “vulnerabile” […]

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Secondo una ricostruzione del quotidiano statunitense New York Times, il veliero Bayesian, affondato in pochi minuti durante una tempesta mentre era ormeggiato al largo di Palermo, calò a picco a causa del maxi albero da 72 metri, il più alto del mondo. Il giornale scrive che il veliero da 40 milioni di dollari era “vulnerabile” a causa delle dimensioni dell’albero, del peso di 40 tonnellate, e dell’ingegneria strutturale necessaria per ospitarlo avrebbero facilitato il ribaltamento della barca.

Nel suo articolo il New York Times cita “Documenti tecnici ottenuti dal Times e simulazioni al computer” che “mostrano che il Bayesian era suscettibile ad essere abbattuto durante una tempesta e che sarebbe affondato rapidamente”. Il super-albero sarebbe stata un’ anomalia: le altre nove barche della stessa classe sono infatti dotate di due alberi. Sarebbe stato proprio il proprietario del Bayesian, l’uomo d’affari danese John Groenewoud, ad aver insistito per l’albero extra-tall. La richiesta aveva portato a modifiche progettuali tra cui la posizione della zavorra che avrebbe dovuto bilanciare l’anomalia dell’albero.

Invece di distribuirla uniformemente lungo il fondo della barca , cosa che avrebbe garantito la migliore stabilità, i costruttori la ammassarono verso il retro dello scafo per bilanciare lo spostamento dell’albero più vicino alla parte anteriore. Altri “gravi punti deboli” avrebbero contribuito al disastro: tra questi due grandi porte di vetro sul ponte che avrebbero aumentato la possibilità del Bayesian di imbarcare quantità pericolose di acqua in caso di forti venti. Dettagli apparentemente minori come la vicinanza delle prese d’aria alla linea di galleggiamento o la posizione della zavorra nello scafo potrebbero non sembrare decisivi, ma, considerati nel loro insieme, secondo gli esperti consultati dal Times, potrebbero aver compromesso la sorte del veliero.

In merito a quanto riportat The Italian Sea Group, la società quotata in borsa, proprietaria degli asset di Perini navi di Viareggio che costruì l’imbarcazione nel 2008, commenta: “l’articolo afferma concetti talmente risibili dal punto di vista tecnico che non vale la pena commentare”. “The Italian Sea Group – dicono dalla società – ribadisce quanto già detto in passato in merito alla sicurezza della barca” (errori fatali dell’equipaggio, ndr). L’azienda, che ha acquisito all’asta il brand Perini e gli asset immobiliari nel gennaio 2022, fa sapere che “si tutelerà in ogni opportuna sede”.