La guerra interna al partito Movimento per il Socialismo (Mas) che governa la Bolivia rischia di trascinare il Paese in una guerra civile. Dopo l’attentato nei confronti dell’ex presidente, Evo Morales, uscito illeso dopo che sono stati sparati 14 colpi d’arma da fuoco contro la sua auto, sabato un gruppo di suoi sostenitori, che si oppongono al potere del presidente in carica Luis Arce, sempre membro del Mas, hanno preso in ostaggio almeno 200 soldati dell’esercito regolare, come comunicato dal ministero degli Esteri.

Tre unità militari nella provincia di Chapare sono state “aggredite da gruppi irregolari”, con gli aggressori che “hanno preso in ostaggio più di 200 militari”, ha dichiarato il ministero. Venerdì fonti militari avevano parlato di circa 20 soldati sequestrati. Questo ulteriore passo in avanti nell’escalation della tensione nel Paese sudamericano è solo l’ultimo episodio di uno scontro interno al Mas che va avanti da quando è stato diramato un mandato d’arresto nei confronti dell’ex presidente Morales dopo che questo non si è presentato a testimoniare nel un processo per stupro e tratta che lo vede coinvolto.

Da quel momento, la tensione nel Paese non ha fatto che crescere, con proteste, blocchi stradali e accuse fratricide che hanno sgretolato il principale partito boliviano. Adesso, il sequestro di 200 militari rischia di trasformarsi nell’innesco di una sanguinosa rivolta interna.

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