Nonostante il clamoroso flop della prima missione Albania – solo 16 migranti trasferiti, quattro portati in Italia il giorno stesso e così gli altri 12, liberati appena tre giorni dopo dai giudici di Roma – la nave della Marina militare Libra, preposta al trasferimento degli stranieri nei centri italiani aldilà del canale d’Otranto, tornerà all’inizio della prossima settimana nel mar Mediterraneo centrale. Al momento la nave è ancora all’ancora a Messina. L’imbarcazione, come anticipato oggi da alcuni quotidiani, monitorerà l’eventuale flusso di arrivi di migranti per poi, quindi, accoglierli a bordo ed organizzare un eventuale nuovo trasferimento nell’hotspot di Shengjin in Albania per quelli che rientrano nelle categorie previste dal protocollo con il governo di Tirana.

Una notizia che arriva il giorno dopo una nuova polemica sulla controversa iniziativa del governo Meloni – avversata da opposizioni, giuristi e in contrasto con le norme europee – ovvero quella relativa al citto e alloggio in resort a quattro e cinque stelle, per una spesa complessiva massima di 8.897.200 euro per i 295 uomini di Polizia e Carabinieri impegnati nella gestione dei centri per il trattenimento dei migranti di Shëngjin e Gjadër, peraltro ancora vuoti a causa delle mancate convalide dei trasferimenti da parte dei giudici di Roma. Quasi 9 milioni stanziati dal governo per mantenere gli agenti in Albania per un anno.

A questo va aggiunto che nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sostenuto nei giorni scorsi che “il costo reale dell’impegno della nave Libra si è rivelato di 8400 euro complessivo al netto delle spese di ordinario esercizio quotidiano della nave. Un costo giornaliero ampiamente inferiore a quello che veniva sostenuto in epoche di grande celebrazione di operazioni, come Mare Nostrum, che richiedevano oneri per 300.000 euro al giorno”.

Il Viminale aveva quindi annunciato che l’esecutivo sarebbe andato avanti proseguendo con le procedure di rimpatrio accelerate e la nave della Marina militare Libra, preposta al trasferimento dei migranti nei centri italiani in Albania, sarebbe stata nel porto di Messina in attesa delle disposizioni del ministero. Intanto i dodici migranti, cinque egiziani e sette bengalesi, restano nello status di richiedenti asilo in attesa di una pronuncia definitiva delle autorità italiane.

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