Ambiente & Veleni

Davanti all’invasione di pannelli solari e pale eoliche la Sardegna torna a parlare

di Ilaria Muggianu Scano

Esattamente 55 anni fa la comunità di Orgosolo intera occupava pacificamente la pianura di Pratobello, destinata all’allevamento, per impedire che l’esercito la convertisse in poligono di tiro. Dopo tre giorni e tre notti di occupazione di uomini, donne, anziani e bambini, i militari smantellarono il poligono temporaneo e ciò che restò fu l’arte del murales.

La comunità festeggia le nozze di smeraldo con l’evento storico soffermandosi davanti all’opera celebrativa Vuoto, dello street artist Manu Invisible che immortala in una sorta di Guernica di Picasso l’epopea di un intero popolo, che oggi, nell’orgoglio della propria lingua matria e sono il segno de su lizu, simbolo di Orgosolo, percepisce l’ennesima invasione dell’isola, un impatto ambientale devastante che cambierà il profilo dell’isola così come lo conosciamo oggi.

L’odierna lotta di gruppi e comitati contro l’installazione di pale eoliche e pannelli solari trova nell’archetipo della lotta di Pratobello icona accogliente della lotta di popolo, che se non può contare su un futuro certo può farlo su un solido passato. La governatrice Todde contrasta per 18 mesi l’installazione delle 6,2 gigawatt di nuova potenza rinnovabile previsti dal Governo Meloni, attraverso un disegno di legge che ha tutta l’aria di un braccio di ferro Todde-Meloni, che di fatto blocca temporaneamente la definizione delle mappe idonee.

La legge di iniziativa popolare Pratobello 24 ha nel mentre raggiunto le oltre 210mila firme di protesta. Legambiente Sardegna esorta a dormire tra due guanciali poiché tra le centinaia di richieste d’allaccio, pochissime arrivano all’epilogo autorizzativo. Se secondo i comitati di base i 6,2 GW di nuova potenza assegnati da Meloni sono non necessari, secondo, invece, lo studio Birdie-S, condotto da Enel Fondation e Politecnico di Torino, per conseguire gli obiettivi del FitFor55 saranno necessari ben 6,7 GW dalle nuove energie per far fronte a una domanda sempre crescente a partire da settore automobilistico e trasporti.

È di poche ore fa l’acceso scontro tra comitati e maggioranza di governo sulle tempistiche circa la priorità di discussione dell’applicabilità della legge Pratobello. E questo è lo stato dell’arte, ad oggi. Andando assai oltre l’angoscia dello stolido ottimismo tossico – temuto più del collasso di internet dalle nuove generazioni – l’isola mantiene ancora più di un motivo di andare avanti, guardando indietro. L’isola dai silenzi ancestrali ha imparato a comunicare.

A innescare il silenzio attivo della pietra è una figura che di comunicazione se ne intende: sperimentalismo, dunque, ma non improvvisazione. Presidente della Fondazione preposta a valorizzare il patrimonio dei Giganti di Mont’e Prama, dell’area archeologica della città di Tharros e l’ipogeo di San Salvatore a Cabras è infatti Anthony Muroni, neo Direttore di TeleSardegna, emittente dell’editrice Caterina Cosseddu, in lizza per il prestigioso Premio Giornalistico D. H. Lawrence 2024, Festival culturale più longevo della Sardegna. La Fondazione dei miracoli registra già dai primissimi mesi dell’anno risultati da capogiro anche rispetto al luminosissimo 2023.

Nell’ultimo triennio il patrimonio archeologico è affidato al dialogo tra Fondazione, Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna e Comune di Cabras, i cui esiti non temono il giorno del giudizio sattiano. Il valore dei valori è per Muroni un’azione di concerto tra le molteplici voci di un’isola rimasta muta per millenni: il sodalizio tra Fondazione Mont’e Prama, Cagliari Calcio e Dinamo Banco di Sardegna Sassari, ad esempio, è stata occasione di grande promozione presso le istituzioni culturali più rilevanti al mondo, tra le quali l’esposizione dei colossi di pietra al Metropolitan Museum of Art di New York e la mostra temporanea al Museo Archeologico Nazionale di Madrid. La sindrome del figlio cadetto, che da millenni affligge nell’isolamento la terra di Sardegna, sembrerebbe dunque un ricordo lontano.

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