GENOVA - 4/9
Una mostra in due musei. È quanto offre Genova con “Light and Darkness”. Al Museo d’Arte orientale E. Chiossone ci sono le fotografie di Andrea Lippi, a cura di Aurora Canepari direttrice del Museo. Mentre alla Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi (GAM), ci sono gli scatti della giapponese Katsuhito Nakazato, a cura di Miki Shimokawa, storica dell’arte. Due esposizioni fotografiche per un unico percorso che mette a confronto la relazione tra luce e oscurità negli ambienti naturali e urbani del Giappone, al fine di far conoscere i luoghi e i contesti del Paese, tra contemporaneità e tradizione. Atmosfere nostalgiche quelle di Lippi e oniriche quelle di Nakazato, osservabili fino al 12 gennaio, con sconto visitando entrambe le mostre.
Sempre spazio per la fotografia a Palazzo della Meridiana. Fino al 2 febbraio c’è la mostra “Non solo un bacio S’Il Vous plaît. La poesia fotografica di Doisneau”. Organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo della Meridiana in collaborazione con Vertigo Syndrome, Atelier Doisneau e DiCroma, la rassegna offre la possibilità di conoscere l’universo di uno dei massimi rappresentanti della fotografia umanista. Robert Doisneau ha catturato con il suo obiettivo la poesia e il surrealismo della vita quotidiana, il suo lato più comico e al contempo il più tenero e sentimentale. Con 80 fotografie, tra scatti simbolo – come il famoso e discusso “Le baiser de l’Hôtel de Ville” – si passeggerà tra le strade di Parigi tra caffè, studi di artisti e momenti di intimità familiare.
È la sola donna ad aver esposto il 15 aprile 1874 nello studio del fotografo Felix Nadar, data che ha segnato la nascita dell’Impressionismo. Palazzo Ducale di Genova, nell’anno dei 150 anni di vita dell’Impressionismo le dedica la prima grande mostra in Italia. “Impression, Morisot” è visitabile fino al 23 febbraio ed è in collaborazione con il Museo di Belle Arti Jules Chéret di Nizza e gode del patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia. Dipinti, acqueforti, acquerelli, pastelli e documenti fotografici e d’archivio raccontano la figura di Berthe Morisot grazie all’attenta curatela di Marianne Mathieu che nella stessa sede curò la precedente mostra su Monet.