A tre giorni dalle alluvioni nella zona di Valencia che hanno devastato il territorio, al conto provvisorio continuano ad aggiungersi vittime: al momento sono 211 i morti a cui si aggiunge un numero imprecisato di dispersi (El Diario però parla di 1300). In mattinata, dopo il comitato di crisi alla Moncloa, il premier Pedro Sanchez ha dichiarato che “il governo invierà oggi stesso 5mila soldati dell’esercito che si uniscono ai 3mila già dispiegati, e altri 5mila tra Guardia Civil e forze di polizia” perché “la regione di Valencia richiede più militari, macchine, finanziamenti”, per far fronte alla “seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa“.

Il premier ha aggiunto che “queste cifre sono insufficienti perché sappiamo che gli aiuti tardano ad arrivare in molte località, perché ci sono ancora molti posti che è difficile raggiungere. Sono felice che il presidente della Comunità valenciana Carlos Mazon abbia deciso di chiedere 5mila soldati e annuncio che il governo procederà con tale schieramento – ha continuato Sanchez – Oggi 4.000 andranno a Valencia e domani vi arriveranno i restanti mille”.

Il premier spagnolo ha poi aggiunto che “con quasi tutta certezza, stiamo parlando dell’alluvione più grave che il nostro continente abbia vissuto finora in questo secolo“. Consapevole che ci siano “gravi carenze e comuni sepolti dal fango e dal fango“, Sanchez ha invitato all’unità e al supporto della Comunidad valenciana. “So che dobbiamo migliorare, ma penso anche sappiamo che dobbiamo farlo insieme, uniti. Dobbiamo sostenere l’amministrazione autonoma con risorse e supporto tecnico – ha detto -. Questa è l’unica cosa che ci deve preoccupare tutti e farci riflettere su come migliorare la ripartizione dei poteri in situazioni così estreme”.

Le ricercheSi scava ancora nel fango per cercare eventuali sopravvissuti a tre giorni dalla catastrofe, con migliaia di volontari che affiancano la Protezione civile. In un tunnel i vigili del fuoco hanno trovato vittime dentro 30-40 auto. L’agenzia meteo intanto ha lanciato un’allerta rossa a Huelva, in Andalusia, invitando ad “evitare gli spostamenti” poiché “c’è il pericolo di piogge torrenziali”. L’emergenza resta alta, con circa 366mila abitanti senza acqua potabile e 50mila ancora al buio. “È terribile, il paesaggio è desolante: ci sono 10mila auto ammassate nelle strade, fango ovunque. Abbiamo bisogno di macchine pesanti per sgomberare le vie. Da soli non possiamo farcela”, spiega il sindaco di Aldaia, uno dei municipi della cintura sud di Valencia colpiti dalla catastrofe, che si unisce alla disperazione di altri amministratori della provincia.

Il centro commerciale – Che il numero delle vittime sia provvisorio è testimoniato dalle parole dei soccorritori arrivati all’enorme centro commerciale Bonaire, nei pressi della città di Aldaya. Quel parcheggio è un cimitero” hanno dichiarato i sommozzatori militari della Ume che sono riusciti a entrare nel parcheggio sotterraneo, totalmente allagato. Nel momento dell’inondazione, martedì pomeriggio, i negozi di abbigliamento, i ristoranti e i cinema erano aperti e in zona c’erano centinaia di persone. Anche qui il livello dell’acqua è salito fino a tre metri, e il parking, con 5.700 posti disponibili, è diventato una vera trappola mortale. Secondo fonti dei soccorsi, citate dal giornale eldiario.es, le vittime possono essere “incalcolabili”. Anche l’accesso dalle scale mobili al centro commerciale è completamente devastato, bloccato non solo dall’acqua ma anche dai resti e dai detriti portati dalla violenza della piena. Anche uscire da là era impossibile. Secondo la stampa locale, questo parcheggio è uno dei punti di maggiore preoccupazione delle squadre di soccorso. Ancora non ci sono notizie ufficiali ma è trapelato che dentro ci sarebbero molti corpi. Insieme ai sub che lavorano in condizioni di grandissima difficoltà, sul luogo anche i vigili del fuoco che con le loro pompe stanno lavorando senza sosta per svuotare il parcheggio dall’acqua.

I rischi sanitari – Una situazione che presenta anche molti rischi sanitari ed epidemiologici, spiega Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. “Ogni volta che c’è una alluvione soprattutto con queste proporzioni, c’è la possibilità molto alta di commistioni delle acque reflue con quelle piovane con il rischio potenziale di infezioni da microrganismi enterici: E. Coli, salmonella, stafilococchi, vibrioni – magari non colerici – ma minori. L’abbiamo visto anche con l’alluvione in Emilia Romagna, dove però era molto caldo, qui siamo in una stagione diversa e le temperature meno estive potrebbero aiutare a limitare la diffusione di questi pericolosi microrganismi”.

Le aziende – La Camera di Commercio di Valencia stima che circa 4.500 imprese della provincia abbiano subito danni e che circa 1.800 di queste attività potrebbero essere state distrutte dai danni provocati dalle inondazioni. I comuni colpiti, secondo lo stesso rapporto, contano una popolazione di 845.371 abitanti, pari al 31,8% della popolazione della provincia di Valencia.

Volontari intossicati – Diciannove volontari sono stati avvelenati dal monossido di carbonio, due dei quali in modo grave, in un garage della città valenciana di Chiva dove si trovavano per pulire la zona. Il fatto è avvenuto intorno alle 14,30 in un garage situato in via Ramón y Cajal della località alluvionata, apparentemente a causa della cattiva combustione del motore di un impianto di areazione danneggiato dall’acqua.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Il futuro è l’energia nucleare: i colossi del web hanno già deciso, in barba a stati e governi

next