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La Russia sfonda nel Donetsk: conquistati 150 chilometri quadrati in 7 giorni. Il capo dell’esercito ucraino: “Offensiva tra le più potenti”

È un’avanzata che pare non avere sosta quella dell’esercito russo nel Donetsk. Da settimane, ormai, le truppe del Cremlino sembrano aver deciso di affondare il colpo nel Donbass e capitalizzare il più possibile una situazione politica internazionale favorevole, con l’attenzione degli Stati rivolta in parte al conflitto mediorientale e le imminenti elezioni americane che costringono, anche per l’incertezza del risultato, il principale avversario a livello globale, gli Stati Uniti, in una fase di stallo anche rispetto al sostegno a Kiev. Che la spinta dei militari di Mosca sia senza precedenti lo ammette anche il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, che come riporta il Kyiv Independent ha definito quella in corso una delle “più potenti” offensive russe dall’inizio dell’invasione.

La spinta della Federazione è da tempo ormai su larga scala, ma il Donetsk è il governatorato dove le truppe insistono e riescono a penetrare con maggiore facilità, soprattutto sui fronti di Toretsk, Kurakhove e Pokrovsk, dove i soldati ucraini, in inferiorità numerica e di armi, sono costretti a ritirarsi poco a poco. Le operazioni si sono intensificate anche nell’area di Zaporizhzhia, mentre a Kharkiv, dove nella notte un bombardamento russo su una caserma ha provocato 46 morti, gli ucraini sono riusciti almeno a liberare a metà ottobre il villaggio di Kruhliakivka, considerato strategico per la difesa di Kupiansk. Città sulla quale Mosca ha puntato il suo mirino e che sta cercando di raggiungere anche con uno sfondamento vicino al fiume Oskil. Nella sola giornata di sabato, i russi hanno conquistato due nuovi insediamenti nell’Ucraina orientale, il grande villaggio di Kurakhivka, vicino alla città industriale di Kurakhove, e il piccolo villaggio di Pershotravneve nella regione di Kharkiv.

Un’idea della portata dell’offensiva russa la danno i numeri. I più recenti sono quelli forniti dall’intelligence militare estone, secondo cui negli ultimi sette giorni le forze russe hanno occupato circa 150 chilometri quadrati di territorio nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: “Le forze armate della Federazione Russa stanno conquistando con maggior successo i distretti della regione di Donetsk, in particolare Pokrovsky, Kurakhivskyi, Vugledarskyi e Velikonovosilkivskyi – ha affermato il comandante del Centro di intelligence del ministero della Difesa, colonnello Ants Kiviselg – Nell’ultima settimana, la Federazione Russa ha occupato in queste aree altri 150 chilometri quadrati” di territorio. I russi, ha poi aggiunto, mantengono ancora l’iniziativa su tutta la linea del fronte e questo “costringe le forze ucraine a ritirarsi gradualmente“. Dato, quello fornito dal colonnello, che si va ad aggiungere a quello già diffuso da Afp sulla base di dati dell’Institute for the Study of War: nel solo mese di ottobre, l’esercito russo ha conquistato ben 478 chilometri quadrati in territorio ucraino. Un’avanzata record che non si registrava dal marzo 2022, il primo mese di guerra.

A questo si aggiungono anche gli attacchi aerei compiuti dalle Forze Armate di Mosca. Nella notte un raid con droni nel quartiere Sviatoshynskyi di Kiev ha fatto scoppiare un incendio in un edificio residenziale di 16 piani ferendo due persone. La risposta ucraina è arrivata nella regione russa di Belgorod, dove nel giro di 24 ore l’esercito ha attaccato sparando 64 colpi, il maggior numero dei quali contro aree popolate della regione di Krasnoyaruzhsky, ferendo sei persone.

Le notizie che arrivano dai vari fronti spiegano, quindi, il pessimismo manifestato da Syrsky che, dopo un incontro con una delegazione delle Forze armate della Repubblica Ceca, ha ammesso che la situazione sul campo di battaglia è complicata: “Le ostilità in alcune aree richiedono un costante rinnovamento delle risorse delle unità ucraine”.