Sei milioni di titoli Hermès, un tesoro da 12 miliardi di euro, spariti nel nulla. È la “truffa del secolo” secondo Nicolas Puech, erede della celebre maison di lusso, che accusa il suo ex amministratore patrimoniale, Eric Freymond, di averlo derubato. Ma la Corte di Ginevra ha respinto le accuse, e il mistero delle azioni scomparse rimane fitto. “Non è il momento opportuno per parlarne”, ha dichiarato Puech al Wall Street Journal, rifiutandosi di entrare nei dettagli della vicenda. Anche il suo avvocato, Jörn-Albert Bostelmann, si è trincerato dietro un laconico “no comment”, aggiungendo che il suo cliente, 81 anni, “preferisce che le cose si svolgano in modo pacifico”.
Un silenzio che alimenta i sospetti e le speculazioni. Cosa è successo realmente a quei 6 milioni di azioni Hermès? E qual è il ruolo di Eric Freymond in questa intricata vicenda? Nel 2023, la notizia che Puech intendeva lasciare la sua intera eredità, stimata in 10,4 miliardi di euro, al suo ex giardiniere aveva fatto scalpore. Freymond, a sua volta, aveva accusato Puech di voler eludere le tasse di successione e di voler annullare il contratto ereditario con la Fondazione Isocrate.
Ma il Wall Street Journal rivela ora un retroscena ancora più inquietante: Puech sospetta che Freymond abbia sottratto le azioni Hermès mentre aiutava Bernard Arnault, fondatore di LVMH, a costruire una partecipazione nel marchio rivale. Nel 2010, infatti, Arnault aveva annunciato a sorpresa di detenere il 14,2% del capitale di Hermès, scatenando una vera e propria guerra tra i due colossi del lusso. Nel portafoglio di Arnault c’è infatti il marchio Chanel, che da qualche anno ha ingaggiato una rincorsa a Hermès per contendersi l’attenzione (e le spese) dei clienti più esclusivi. Puech, nella sua battaglia legale contro Freymond, ha chiesto al tribunale di convocare Arnault come testimone, per fare luce sulla scomparsa delle sue azioni. La ricerca della verità, però, si preannuncia complessa. Le azioni Hermès sono infatti titoli al portatore, non intestati a nessuno: la proprietà spetta, cioè, a chi le possiede fisicamente, e al momento nessuno sa dove siano finite.