“Non siamo preoccupati per noi ma per le risorse dei cittadini, che potrebbero non essere adeguatamente tutelati laddove venissero approvate alcune disposizioni contenute nella proposta di legge. Se i danni erariali non vengono risarciti, pagheranno i cittadini, privati di servizi garantiti dalle risorse pubbliche e destinatari di un probabile aumento della pressione fiscale”. Il presidente […]
“Non siamo preoccupati per noi ma per le risorse dei cittadini, che potrebbero non essere adeguatamente tutelati laddove venissero approvate alcune disposizioni contenute nella proposta di legge. Se i danni erariali non vengono risarciti, pagheranno i cittadini, privati di servizi garantiti dalle risorse pubbliche e destinatari di un probabile aumento della pressione fiscale”. Il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, intervistato dal Corriere della Sera boccia ancora una volta la proposta di legge a prima firma del capogruppo di FdI Tommaso Foti sulla “riorganizzazione delle funzioni” della magistratura contabile, contro la quale l’Associazione Magistrati della Corte dei conti ha proclamato pochi giorni fa lo stato di agitazione chiedendo al Parlamento l’istituzione di una commissione di studio per una riforma condivisa.
“Si parla di ridurre il numero delle procure regionali che, tra l’altro, perseguono sprechi nell’amministrazione pubblica”, ricorda Carlino. “Verrebbe compromessa la possibilità di fare conseguire all’erario (e quindi ai cittadini) il risarcimento dei danni e la vicinanza alle amministrazioni locali”. Per il magistrato “certamente, se venissero approvate alcune disposizioni oggetto della proposta di legge o taluni emendamenti, verrebbe indebolita la funzione svolta dalla magistratura contabile a garanzia della legittimità dell’azione amministrativa. La limitazione della condanna al risarcimento del danno in una quota da determinarsi fra un minimo pari a 150 euro a un massimo pari a due annualità del trattamento del funzionario in questione pone una serie di problemi. Si indebolisce così la funzione deterrente insita nell’istituto della responsabilità”.
Il rischio è che “la concreta applicazione della previsione in esame possa condurre a un allontanamento dalla finalità di incentivare l’efficienza dell’azione amministrativa, incoraggiando invece condotte negligenti da parte di chi gestisce risorse pubbliche”.