Dong Yindan di 18 anni, sua sorella Liu Yinjie di 17 anni, e Pan An di 24 anni, sono morti a Milano in via Cantoni, nella notte tra il 12 e 13 settembre scorso a causa di un incendio dello showroom della ditta Wang Sas. Stavano dormendo nella struttura, autorizzati dal proprietario. L’incendio, ci dicono, è sicuramente di natura dolosa, sono state rilevate tracce di acceleranti al pian terreno.
Sarebbe stato identificato anche il presunto responsabile. Secondo una nota dell’Ansa del 24 settembre u.s., “… sarebbe anche l’autore delle minacce, il giorno prima e la mattina stessa del rogo, nei confronti del padre e della madre del titolare cinese del magazzino. […] potrebbe aver agito su mandato di altri in relazione ad un recupero crediti e con modalità estorsive. Pretendeva soldi dai titolari del magazzino. Stando alla denuncia, 20mila euro”.
Quindi, molto probabilmente, Dong Yindan, Liu Yinjie e Pan An sono tre vittime di estorsione. A Milano. Un fatto scomparso dalle cronache dopo la commemorazione straziante, svolta in piazza Gramsci. Chissà perché lì. In quel luogo, a Chinatown. Invece che direttamente nel luogo della tragedia. Quasi a voler indicare che è una tragedia per una comunità invece che per la città tutta.
Una tragedia che toglie il velo, ancora una volta, sugli atti di intimidazione più gravi ed evidenti nel capoluogo lombardo: gli incendi.
Negli ultimi tre mesi. Domenica 4 agosto, incendio alla autoconcessionaria Denicar a Milano in via Bisceglie. Quaranta mezzi distrutti. La mattina dopo si parlava di autocombustione. Martedì 10 settembre, incendio in un locale commerciale situato a Milano in Ripa di Porta Ticinese 79. Giovedì 19 settembre, maxi incendio a Milano in un capannone in via Cesalpino. Attenzione a pensare che siano tutti dolosi. Attenzione a non sottovalutare quanto sta accadendo.
Appare comunque urgente adottare alcuni provvedimenti e potenziare alcune azioni specifiche. Per quanto molte già conosciute, spesso non sono praticate.
Facilitare l’accesso alle denunce. Ancora troppo poche. Sostenere le vittime anche con percorsi di sostegno psicologico. Inesistenti. Informazione costante e a tappeto sui luoghi nei quali le vittime possono essere accolte e accompagnate alla denuncia. Sconosciuti ai più. Informazione capillare sulle modalità di accesso ai fondi di sostegno delle vittime di usura ed estorsione. Insufficiente. Semplificazione delle procedure di accesso ai fondi. Complesse. Complementarietà di accesso ai fondi regionale e nazionale. Inutili due fondi con criticità simili. Meno vincoli per essere abilitati ad ottenerli.
E anche: applicazione dei diversi protocolli che sono stati sottoscritti da qualche anno a questa parte sul tema.
Il protocollo firmato il 30 luglio 2018 dal Comune di Milano, con Prefettura, ABI, Libera, Procura, Associazioni di Categoria, non ancora pienamente attuato, prevedeva l’istituzione – assieme al Commissario Antiusura e Antiracket, Fondazione Welfare Ambrosiano, l’Associazione Antiusura Lombardia, la Fondazione Lombarda per la Prevenzione del Fenomeno dell’Usura e la Fondazione San Bernardino onlus – dello Sportello Prevenzione Usura e sovraindebitamento delle famiglie e di riprendere l’esperienza d’intesa con la Prefettura di Milano del Tavolo di coordinamento tra gli sportelli esistenti nella Città Metropolitana.
Ed il Protocollo d’intesa per le vittime usura, estorsione, terrorismo e criminalità organizzata, firmato il 29 novembre 2022 tra Prefettura di Milano, il Tribunale di Milano, la Procura della Repubblica, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, l’ABI. L’obiettivo è la creazione di una rete di scambio di informazioni tra diverse Amministrazioni per la corretta e tempestiva applicazione dei benefici di legge, a vantaggio dei cittadini che hanno fatto richiesta di accesso al Fondo di solidarietà. In particolare, la sospensione, di competenza dalla Procura, dei termini di scadenza degli adempimenti amministrativi e per il pagamento dei ratei dei mutui bancari e ipotecari, degli adempimenti fiscali e previdenziali, dei provvedimenti di rilascio di immobili e dei termini relativi a processi esecutivi mobiliari ed immobiliari, che scadono o ricadono entro un anno dalla data dell’evento lesivo.
Soltanto rendendo effettive tutte queste azioni e migliorandole laddove necessario, possiamo rendere concreta memoria a Libero Grassi nella speranza che il suo esempio si un monito per tutti.