Un acceso scambio di vedute ad Accordi&Disaccordi tra Marco Travaglio e Dario Nardella, ospiti del programma condotto da Luca Sommi sul Nove tutti i sabati in prima serata. Al centro del dibattito il tema delle alleanze dopo la sconfitta alle Regionali in Liguria, che ha aperto la polemica fra chi vorrebbe un’intesa più solida e strutturata tra Pd e Movimento Cinque stelle e chi invece preferirebbe l’estromissione di Conte a favore di Renzi e Italia Viva. “Io credo che parlare di alleanze Pd-Cinque Stelle adesso, significhi uccidere i 5 stelle – ha esordito Travaglio – . I Cinque stelle devono fare la loro strada, mettere un bel cartello ‘lavori in corso’, ‘non ci siamo per nessuno’, a costo di ritirare o di non presentare le liste nelle Regionali, dove tanto vanno male”.

Secondo il giornalista “in Emilia Romagna – dove si vota il 17 e 18 novembre – ormai è tardi, ma io l’avrei fatto. – ha spiegato – Secondo me dovrebbero proprio occuparsi di loro stessi: le nuove regole, il nuovo programma, il rilancio, eccetera. E lasciar perdere queste elezioni dove tanto sappiamo che va a votare meno della metà della gente. Soprattutto ora devono fare opposizione. Dov’è che Nardella sbaglia? – si è chiesto il direttore del Fatto Quotidiano riferendosi a una precedente dichiarazione dell’eurodeputato Pd sulla necessità di un’alleanza Pd-M5S – Quando attribuisce ai Cinque Stelle la stessa ansia di governare che ha il Pd, ma il Pd, se non governa muore, non è capace a fare opposizione il Pd. I Cinque Stelle, invece, sono nati all’opposizione e ci stanno benissimo. Non hanno la stessa urgenza di andare a occupare posti di potere, mentre il Pd se gli levi il potere è come se levi l’acqua ai pesci, muore. Quindi, i Cinque Stelle possono benissimo non allearsi con nessuno, stare un giro fuori. Stare fermi un giro, due giri, tre giri, non ne risentono. – ha proseguito il giornalista – È il Pd che soffoca se non ha poltrone, perché sono due storie completamente diverse. Infatti i Cinque Stelle hanno vinto le elezioni politiche del 2013 e hanno fatto in modo di non farli governare. Hanno rivinto trionfalmente quelle del 2018 e li hanno buttati giù due volte per non farli governare. Il Pd ha governato negli ultimi 15 anni, cioè da quando è nato, senza averle mai vinte le elezioni. Sono due Dna completamente diversi”.

“E’ vero, come dice Travaglio, che il Partito democratico è un partito ormai a vocazione di governo, che non sa più fare l’opposizione?”, ha chiesto allora Luca Sommi. “È vero che che un po’ di opposizione ci fa bene, perché anche il Pd deve fare la sua traversata del deserto. – ha risposto l’ex sindaco di Firenze – Ma è vera anche un’altra cosa: a me non soffoca l’idea di non avere il potere, a me soffoca l’idea che la nostra divisione non farà altro che lasciare questo Paese in mano alla peggiore destra autoritaria, sovranista che vuole il male del Paese. Questo sì che mi preoccupa”, ha detto Nardella. “Dovevate pensarci nel 2022, – ha ribattuto Travaglio – quando Enrico Letta ha imposto la cacciata dei Cinque Stelle dal centrosinistra, ha impedito che si facessero anche venti accordi di desistenza nei collegi del sud che avrebbero tolto a questa brutta destra, sovranista fascista eccetera, la maggioranza al Senato. Se l’avesse fatto oggi la Meloni non sarebbe al governo. Ma quando Letta ha deciso, non l’ha mica deciso da solo. Ha deciso all’unanimità, anche con il voto suo e dei suoi amici“, ha concluso il direttore del Fatto Quotidiano proprio riferendosi a Nardella e ai suoi colleghi di partito.

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Vespa, Jebreal e Fini ospiti di Luca Sommi ad Accordi&Disaccordi sabato 9 novembre alle 21.30 su Nove. Con Travaglio e Scanzi

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