Siamo tutti criceti nella ruota. Agiamo secondo un modello e lo facciamo inconsapevolmente: studiare, lavorare, fare carriera, famiglia e figli. Ma lui, Stefano Simontacchi, dopo essere diventato il più grande esperto in materia tributaria, da quella ruota è sceso. E adesso vuole fare scendere anche gli altri, i suoi followers: chi lo ama, lo segue, e lo amano in tanti. I suoi clienti/collezionisti, il suo pubblico alle conferenze internazionali, i suoi studenti alla Bocconi… tutti coloro che hanno condiviso con lui un percorso di crescita, di meditazione e di arte sciamanica. E dopo Project Revelation, nato l’anno scorso nella sede di un’ex banca di Piazza Napoli (diventata la sua Fondazione), adesso inaugura Urban Project: concepire l’arte come un dono da mettere al servizio di tutti negli spazi pubblici.
Se a Piazza Municipio a Napoli il sindaco ha fatto installare un Pulcinella fallico, Stefano, attraverso le sue installazioni, invita a riconnettersi con il Sé. La sua arte ti rapisce, ti ammalia. È un magnete. La sua missione se la porta scritta nel nome d’arte che ha scelto “The Prism”, riflettore di luce dal fuori al dentro e viceversa. Pensa e progetta in grande Stefano/The Prism. Postazioni da Piccadilly Circus, solo che al posto dell’impiego di spazi pubblicitari urbani, farà installare Billboard illuminanti, totem carichi di archetipi, dai colori forti e forme ipnotiche, concepite come potenti “portali” di conoscenza. Si alzano gli occhi al cielo, un profondo respiro e Stefano, attraverso un’applicazione scaricabile dal cellulare, ti conduce in un’altra dimensione. Potremmo aggiungere che è contro l’alienazione della vita moderna. Potremmo aggiungere che Stefano è un po’ l’Elon Musk della spiritualità. Geniali entrambi. Ma Stefano non ti spedisce su Marte.
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Si comincia a Milano poi in giro per il mondo. Stefano è di casa anche a New York.
Prima tappa. Fino al 20 novembre, nell’Appartamento Nobile del Mo.Ca. Centro per le nuove culture, a Palazzo Martinengo Colleoni in via Moretto 78 (Brescia), sarà aperta al pubblico la mostra personale dell’artista, curata da Marco Senaldi, intitolata Entanglement, termine che sta per “intreccio” quantistico.
Seconda tappa: 15 novembre in piazza San Fedele con proiezioni su ledwall urbani.
E così Stefano, che voleva fare il filosofo ma il padre timoroso di trovarsi un figlio dalle ampie vedute ma disoccupato, lo ha voluto avvocato e lui è diventato il numero uno. Erano tempi in cui ai genitori si ubbidiva. Ma lui non ha mai smesso di studiare religioni, fisica quantistica e psicologia. È passato dalla Revolution OCSE (un suo pilastro in tema di tassazioni sulle multinazionali) alla Rivoluzione Interiore. Perché non dobbiamo solo lucidare lo specchio davanti a noi ma quello dell’anima.