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“Dovevo nascondere le mie curve e tagliare i capelli per la fama. Volevo essere me stessa, anche un po’ sexy”: Cristina D’Avena si racconta

La celebre cantante, famosa per le sue sigle di cartoni animati, è stata la special guest del podcast Tintoria al Lucca Comics

di F. Q.
“Dovevo nascondere le mie curve e tagliare i capelli per la fama. Volevo essere me stessa, anche un po’ sexy”: Cristina D’Avena si racconta

Una delle voci più celebri della televisione italiana che, da oltre 40 anni, introduce i cartoni animati preferiti dai più piccoli, Cristina d’Avena è stata la special guest al Teatro del Giglio, di Lucca, per la registrazione di Tintoria, il podcast condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone, in occasione del Lucca Comics.

La cantante si è raccontata al pubblico, a partire dal suo debutto allo Zecchino d’Oro, quando aveva solo tre anni. Ma la fama arriva solo diversi anni più tardi: “La prima sigla che mi ha reso famosa è stata sicuramente quella dei Puffi – racconta – Disco d’oro, 500mila copie. Le persone mi fermavamo per strada chiedendomi ‘per favore, me la canti?’. E’ da lì che iniziai a capire che stavo facendo davvero qualcosa di importante. La mia canzone preferita? Le mie sigle mi piacciono tutte, ma Licia è la mia vita. La seconda, che tutti mi chiedono sempre, è Occhi di gatto. Anche quando sono arrivata a Sanremo in sala stampa è stato un delirio, volevano tutti che la cantassi”.

Poi aggiunge: “Per tanti anni sono stata soltanto una voce, nessuno sapeva chi fossi. Quando mi hanno resa nota è stato bello ma anche difficile: per mantenere una certa immagine mi fecero tagliare i capelli, per anni sono stata costretta anche a nascondere le mie curve. Odiavo quel taglio di capelli, non ero io, nelle mie prime apparizioni ero tristissima. Solo dopo tanti anni ho potuto essere veramente me stessa, senza essere esagerata e volgare, ma potendo permettermi di essere anche un po’ sexy“.

Nella sua carriera, dunque, D’Avena ha dovuto fare i conti con la notorietà e i fotografi, ma ciò non le ha mai impedito di essere se stessa. “Sono una persona tranquilla, quindi non hanno mai fotografato chissà che. Una volta, anni fa, stavo prendendo il sole davanti alla mia casa al mare. A un certo punto sentii un forte lamento: era un fotografo che, sperando di vedermi nuda, si era appostato sopra il ramo di un albero che però si spezzò e lo fece cadere. Alla fine siamo diventati amici, e ovviamente non ottenne la foto che voleva“, racconta Cristina.

Quella della cantante è una carriera longeva, cominciata nel 1982, con la “Canzone dei Puffi”, e proseguita per oltre quarant’anni, durante i quali la sua voce è stata trasmessa in televisione almeno una volta al giorno. “Un record bello e inaspettato – prosegue la cantante – Nonostante la fama ho sempre cercato di essere Cristina, più che Cristina D’Avena. E questo mi ha salvata: ho sempre tenuto i piedi ben saldi per terra e cercato di instaurare con il mio pubblico un rapporto molto amichevole. Non sono mai stata una grande star, ma un’amica. E questo il pubblico lo ha sempre capito dandomi tanto amore. È stato bello anche recitare. Mi è dispiaciuto interrompere questa mia esperienza da attrice, mi divertivo. Pazienza, è andata così”.

Ma se Cristina D’Avena è la voce femminile più conosciuta per quanto riguarda le sigle dei cartoni animati, a farle concorrenza è Giorgio Vanni, suo collega, noto soprattuto per la sigla di Dragon Ball Z, anche se lei rivela: “Non c’è nessuna rivalità tra me e lui, siamo cresciuti insieme, prima che iniziasse a cantare anche lui scriveva i testi delle mie canzoni. Ci incontriamo poco, ma ogni volta, soprattutto al Lucca Comics, è bellissimo”. Nonostante la fama e la lunghissima carriera, D’Avena ha ancora dei sogni da realizzare: “Vorrei cantare con Renato Zero e Gianni Morandi”.

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