Continua il trend negativo del mercato italiano dell’auto: a ottobre 2024 si è infatti registrato un calo del 9,1%, con 126.488 auto immatricolate rispetto alle 139.078 dello stesso mese 2023. Mentre nel trimestre agosto-ottobre la flessione è del 10,7%. Nei primi dieci mesi dell’anno, raggiungendo 1.328.663 unità targate, la crescita complessiva è pari a un misero 0,96% rispetto a 1.316.001 dello stesso periodo 2023. Volume distante anni luce (-18,3%) rispetto al pre-pandemia.

Pertanto, Unrae – Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri – ha rivisto al ribasso di 30 mila unità le precedenti previsioni di luglio per il 2024, “a causa di un terzo trimestre al di sotto delle aspettative senza alcuna prospettiva che il quarto sia in grado di recuperarne il gap. Il volume totale di immatricolazioni è previsto ora in 1,59 milioni di vetture, con un modesto incremento dell’1,5% sul 2023, ancora in forte deficit (-17%) rispetto al pre-Covid, dovuto anche ad un persistente indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie. Le prospettive indicano un mercato sostanzialmente piatto anche per il 2025, a 1,6 milioni, ben lontani dai circa 2 milioni del 2019, una crescita dello 0,6% appena rispetto a quanto previsto per l’anno in corso”.

Tra le alimentazioni, in ottobre il motore a benzina, con una flessione in linea con il mercato complessivo, conferma il 27,5% di quota, 29,2% nel cumulato (+1,1%). Il diesel perde altri 2,1 punti in ottobre, scendendo al 13,1% e al 14% nei 10 mesi (-4,3%), mentre il Gpl perde 0,7 punti, fermandosi al 9,2% nel mese e al 9,4% nel cumulato (+0,4%); il metano immatricola appena 3 autovetture nel mese, nei 10 mesi copre lo 0,1%. Le vetture ibride salgono al 42,8% di share (+3,8%) e al 39,9% nel cumulato (+3,8%), con un 13,5% per le “full” hybrid e 29,3% per le “mild” hybrid. In caduta libera le auto elettriche, che in ottobre scendono al 4% di quota di mercato (4% anche nel periodo gennaio-ottobre), mentre le ibride ricaricabili si fermano al 3,4% (-0,7% e al 3,3% nei 10 mesi).

Secondo Centro Studi Promotora fine ottobre emergano valutazioni estremamente preoccupate dei concessionari per il futuro prossimo e meno prossimo. Il 69% dei concessionari lamenta in ottobre una insoddisfacente raccolta di ordini, il 48% segnala un alto livello di giacenze di auto nuove invendute e questo dopo che le scorte di invenduto erano state estremamente basse negli anni precedenti il 2024 per effetto delle difficoltà di produzione legate alle carenze di importanti componenti. E ancora, il 65% di concessionari segnala un basso livello di visitatori nelle show room, mentre il 61% si attende vendite in calo nei prossimi tre mesi”.

Va anche segnalato che “diventa sempre più critico l’atteggiamento dei concessionari nei confronti dell’auto elettrica. Sempre dalla rilevazione del Centro Studi Promotor emerge che tra le soluzioni ecologiche nel 2020 i concessionari ponevano al primo posto l’auto elettrica. Oggi l’auto elettrica è scivolata al 7% delle indicazioni contro il 45% delle ibride, il 29% delle ibride plug-in e il 19% dell’idrogeno”.

In questa situazione appare sempre più urgente – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che l’Unione Europea rompa gli indugi nel rivedere le sue posizioni sulla transizione energetica dell’auto. Essere prima della classe nel mondo su questo terreno sta già generando forti perdite al settore europeo dell’auto e all’economia dell’Unione. Proseguendo su questa strada la catastrofe è dietro l’angolo e le notizie da bollettino di guerra che giungono dall’Unione lo dimostrano”.

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