Torna sotto attacco la creazione dei 60mila posti per gli studentati con i fondi del Pnrr. Da giorni si susseguono le ricostruzioni secondo cui il ministro Raffaele Fitto lavora a un ridimensionamento per poter affrontare i ritardi dell’esecutivo su progetti più vicini al traguardo e spostare i fondi, ma oggi a replicare è stata la collega ministra dell’Università Anna Maria Bernini: “Difendero fino alla fine la creazione dei nuovi posti letto”, ha rivendicato. Peccato però che, vadano creati entro il 30 giugno 2026 e finora al bando ha partecipato solo un Comune. La soluzione proposta dalla Ministra è quella di eliminare il target del 70% di posti singoli e dell’anticipo del 20% del contributo per i gestori delle residenze.
Inoltre ha chiesto a Fitto di chiedere una proroga. “Sto cercando di ottenere dalla Commissione una dilazione temporale, così che a giugno 2026 i progetti seri – cioè quelli che per il pubblico sono già in fase di progettazione e per il privato sono vincolati da atti d’obbligo – siano considerati finanziabili.” E ha aggiunto: “È evidente che io voglio spendere questi fondi, ma è altrettanto chiaro che il Pnrr, così come negoziato, pone condizioni complicatissime. Il 70% di posti letto singoli in un Paese come l’Italia, dove ci sono solo immobili vincolati, è piuttosto complicato“. Bernini ha poi ricordato di aver fatto un appello a Regioni, Comuni, Diocesi, Università, e al settore pubblico e privato, definendo la risposta “accolta in maniera molto laica”. E ha avvertito: “Stiamo parlando di posti letto per studentesse e studenti, di 1,2 miliardi che possiamo spendere da qui al 2026, dopodiché non ci saranno più. Per quanto mi riguarda, farò tutto il possibile perché questi fondi vengano mantenuti per questa destinazione.”
Alle sue parole l’Unione degli Universitari è andata all’attacco: “La ministra Bernini sta tentando in tutti modi di nascondere che il piano del governo sul Pnrr e i posti letto sta affondando come il Titanic, fingendo di non vedere che stiamo andando a schiantarci“. Secondo Damiano Di Giovanni, esponente dell’esecutivo nazionale di Udu, il governo e in particolare la ministra hanno preferito non sentire gli esperti e le organizzazioni studentesche mettendoli in secondo piano rispetto agli interessi dei privati. “Rischia di essere una una triste pagina che racconta di una mancata opportunità, causata dalla mancanza di visione di questo governo”, ha concluso Di Giovanni. “Sta buttando via un’opportunità unica e la responsabilità grava sulle sue spalle. Faccia un passo indietro prima che sia troppo tardi. Chiederemo che in legge di bilancio si approvi un emendamento “Salva Pnrr” per incentivare gli Atenei e i Comuni ad aderire al bando, questa è l’unica strada rimasta vista la non partecipazione del pubblico, causata dai pochi fondi messi a disposizione”.