Trending News

“Un compleanno triste e da solo tra controlli psichiatrici quotidiani e rigidissime regole interne”: Puff Daddy monitorato in carcere in attesa del processo

Il team di psichiatri della prigione si assicura "che stia bene, anche se non è realmente sotto sorveglianza per il suicidio". Ma non si sa mai

Non avrebbe certamente immaginato che un giorno, Puff Daddy, si sarebbe trovato dall’Olimpo della musica alla gattabuia del Brooklyn Metropolitan Detention Center. Eppure è così sulla scia di numerose segnalazioni, accuse e causa aperte per traffico sessuale, violenze e associazione a delinquere ai famosi “Freaks off”, i festini a base di sesso spinto, alcol e droghe, famosi in tutta Hollywood. Come riporta il Daily Mail l’ex magnate dell’hip hop ha festeggiato oggi il suo 55esimo compleanno “in una prigione infernale con lo scorrere di giorni tristi e da solo tra rigidissime regole interne e controlli psichiatrici quotidiani”.

Anche perché l’attesa per il processo è lunghissima, se ne riparlerà il 5 maggio 2025. Lawrence J. Levine, direttore e fondatore del Wall Street Prison Consultants, ha affermato che il rapper riceve visite quotidiane dal team di psichiatri della prigione “per assicurarsi che stia bene, anche se non è realmente sotto sorveglianza per il suicidio”.

La prigione di New York City ha ospitato personaggi del calibro di R. Kelly, condannato per abusi sessuali su minori, e Ghislaine Maxwell, imprenditrice e compagna di Jeffrey Epstein. L’esperto di carceri James Pipe ha spiegato in cosa consiste la routine carceraria di Daddy: “Ci sono normative stabilite e stringenti per tutti i detenuti, progettate per bilanciare la sicurezza operativa con le esigenze di coloro che sono ospitati nella struttura. Mentre attende il processo, sperimenterà il regime quotidiano condiviso dai precedenti detenuti di alto profilo, con un accesso limitato ma strutturato alle risorse di base”.

Quindi come tutti i suoi compagni detenuti, Puff Daddy riceve tre pasti al giorno a intervalli stabiliti, preparati in loco e serviti nelle celle o nelle aree comuni. C’è l’accesso alla biblioteca della prigione, durante fasce orarie specifiche e gli è consentito comunicare con contatti approvati per scopi personali e legali. Sono numerosi i controlli nelle celle per assicurarsi che non ci siano oggetti pericolosi o non consentiti. Insomma una vita scandita dalla routine e dall’assenza totale di privacy.