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Scandalo in Cile, Arturo Vidal e altri calciatori del Colo Colo accusati di stupro. La sorella della vittima: “Drogata e violentata in un bar”

I giocatori si erano radunati nella notte per festeggiare l'eventuale vittoria del titolo

Arturo Vidal e altri calciatori del Colo Colo sono stati accusati di stupro. Non risultano ancora indagati, ma le autorità di Santiago del Cile hanno confermato oggi di aver aperto un’inchiesta per un caso di violenza sessuale. I fatti risalgono alla notte tra domenica e lunedì, quando i giocatori del club cileno si sono radunati in un bar nel comune di Vitacura, nella capitale cilena, per prepararsi a festeggiare l’eventuale vittoria del campionato. Una donna ha riferito alle autorità che sua sorella è stata drogata e violentata sessualmente dai giocatori del Colo Colo. Un altro scandalo scuote il mondo del calcio in Cile, dopo l’arresto dell’ex stella della Nazionale Jorge Valdivia che è stato denunciato della sua tatuatrice.

La Procura della Repubblica dell’Est di Santiago ha confermato di aver avviato un procedimento per indagare sulla denuncia presentata contro Vidal, 37enne ex giocatore di Juventus e Inter, e altri calciatori del popolare club, attualmente in testa alla Primera Division cilena a una giornata dal termine della stagione. I giocatori si erano radunati nel bar sperando in una sconfitta dell’Universidad de Chile, che invece ha vinto il suo match e rimandato tutto agli ultimi 90 minuti. Ora però le questioni calcistiche sono passate in secondo piano.

La vittima del presunto stupro, dopo aver contattato la sorella, è stata immediatamente messa a disposizione del Servizio medico legale per effettuare i rispettivi accertamenti volti a confermare o escludere il sospetto di abuso sessuale. Vidal è stato trasferito questa mattina alla stazione di polizia di Vitacura, dove è stato sottoposto a “un controllo investigativo d’identità”, procedura che viene applicata quando si sospetta che una persona abbia commesso, stia per commettere o abbia tentato di commettere un crimine, ha spiegato il colonnello Gerardo Aravena. “Questa persona è stata trasferita alla 37a stazione di polizia con il pretesto di un controllo d’identità investigativo e ha poi potuto continuare le sue attività”, ha dichiarato.