A 24 ore dalle presidenziali, Donald Trump è tornato a parlare del risultato delle elezioni perse nel 2020 contro Joe Biden in seguito alle quali Capitol Hill venne assaltata dai suoi supporter. Dopo la sconfitta “non avrei dovuto lasciare la Casa Bianca“, ha detto il candidato del Partito repubblicano riecheggiando l’assalto armato del 6 gennaio […]
A 24 ore dalle presidenziali, Donald Trump è tornato a parlare del risultato delle elezioni perse nel 2020 contro Joe Biden in seguito alle quali Capitol Hill venne assaltata dai suoi supporter. Dopo la sconfitta “non avrei dovuto lasciare la Casa Bianca“, ha detto il candidato del Partito repubblicano riecheggiando l’assalto armato del 6 gennaio 2021 di quell’anno di centinaia di manifestanti armati al Campidoglio di Washington mentre lui si rifiutava di riconoscere il risultato elettorale. “Non avrei dovuto andarmene”, ha aggiunto il tycoon durante un comizio a Lititz, in Pennsylvania. “Avevamo fatto così bene, ci eravamo divertiti così tanto…”.
Nello stesso comizio il tycoon ha accusato gli ultimi sondaggi diffusi dal New York Times di essere “corrotti” e “falsi“. “Abbiamo tutta questa merda in corso con la stampa e con le cose false e i sondaggi falsi”, ha detto Trump a Lititz pochi minuti dopo che la sua campagna aveva diffuso un comunicato in cui accusa il Nyt di aver diffuso un sondaggio di “soppressione degli elettori“, progettato con stime che danno Trump dietro alla candidata democratica Kamala Harris per smorzare l’entusiasmo dei suoi elettori.
Nelle stesse ore i membri dei Proud Boys, il gruppo di estrema destra dietro la rivolta a Capitol Hill, si sono mobilitati a sostegno del tycoon in piccoli movimenti per diffondere voci di frodi elettorali. Sebbene non sia chiaro cosa stia pianificando il gruppo estremista o quanto siano avanzati suoi piani, molte frange hanno diffuso le dichiarazioni fatte dal candidato repubblicano e dai suoi alleati sul rischio di brogli, riporta il Wall Street Journal dopo aver analizzato decine di account su Telegram e sulla piattaforma Truth, che è di proprietà di Trump.
Dopo l’incarcerazione di molti membri e leader di alto livello dei Proud Boys, come l’ex presidente nazionale Enrique Tarrio che sta scontando 22 anni per cospirazione sediziosa e altre accuse, si sono reinventati sui social, secondo le fonti. Ad esempio, l’account Telegram di una sezione dei Proud Boys del Texas ha recentemente condiviso un post in cui si sosteneva che fosse in atto una cospirazione dei democratici per insediare la vice presidente Harris attraverso “milioni di schede false“. Un utente che ha come simbolo del suo profilo una bandiera dei Proud Boys ha commentato: “Quindi possiamo spararle, giusto?”.
Da parte sua Harris è tornata a parlare del delicatissimo dossier mediorientale. “La morte di civili palestinesi innocenti a Gaza è inconcepibile”, ha ribadito la candidata dem parlando con i giornalisti a Detroit spiegando di avere il sostegno di molti leader arabi e ha ripetuto che bisogna “porre fine alla guerra e liberare gli ostaggi e, come presidente degli Stati Uniti, farò tutto ciò che è in mio potere per raggiungere questo scopo e una soluzione a due Stati in cui i palestinesi avranno il diritto all’autodeterminazione e sicurezza e stabilità nella regione”.
Nelle ultime 24 ore prima dell’election day Trump e Harris continueranno il tour de force degli Stati in bilico. Il repubblicano inizierà la giornata alle 10, le 16 in Italia, con un comizio a Raleigh, in North Carolina, poi si sposterà in Pennsylvania per due eventi, a Reading e Pittsburgh, e chiuderà la giornata alle 22.30, le 4 di mattina in Italia, con una manifestazione a Grand Rapids, in Michigan. Anche la democratica sarà nel pomeriggio, più o meno alla stessa ora del suo rivale, a Pittsburgh. E poi chiuderà la campagna, sempre nello Stato in bilico, con un comizio e un concerto a Filadelfia con Lady Gaga e Oprah Winfrey.