"Si tratta di un tumore che si presenta nelle ghiandole linfonodali e colpisce prevalentemente, ma non esclusivamente, giovani adulti", spiega al FattoQuotidiano.it Stefan Hohaus, professore associato di Ematologia e Responsabile UOSD Malattie linfoproliferative extramidollari, Fondazione Policlinico Gemelli
La storia di una ragazza di 15 anni assomiglia tanto a quella che Nanni Moretti raccontò nel suo film Caro Diario, un lungo e tortuoso percorso di diagnosi e ipotesi mediche partito da un prurito “insopportabile”. Lo stesso di Niamh Fisher, di Bonkle in Scozia, una ragazza di 15 anni il cui prurito era stato inizialmente scambiato per un’allergia. Per poi ritrovarsi a dover affrontare una diagnosi di tumore.
Tutto è iniziato nello scorso mese di giugno, ha raccontato Niamh al DailyMail, quando la ragazza ha iniziato a soffrire di quello che ha descritto come “un prurito costante” in tutto il corpo. Il suo medico di base inizialmente sospetta un’intolleranza alimentare o un’altra reazione allergica, per cui le suggerisce di tenere un diario di tutto ciò che mangia e dei prodotti che applica sulla pelle.
Ma ad agosto il prurito diventa tremendo, non la fa dormire e porta la ragazza al punto di graffiarsi la pelle per tentare, inutilmente, di calmarlo. Fino a quando, una notte, le è comparso all’improvviso un nodulo sul collo. Una manifestazione che ha indotto i suoi a portarla subito al pronto soccorso, dove una TAC, una biopsia e un’ecografia hanno rivelato che Niamh era affetta da linfoma di Hodgkin allo stadio 2.
Il parere dell’esperto
Ma che cos’è esattamente il linfoma di Hodgkin? “Si tratta di un tumore che si presenta nelle ghiandole linfonodali e colpisce prevalentemente, ma non esclusivamente, giovani adulti”, spiega al FattoQuotidiano.it Stefan Hohaus, professore associato di Ematologia e Responsabile UOSD Malattie linfoproliferative extramidollari, Fondazione Policlinico Gemelli, IRCCS Università Cattolica del Sacro Cuore.
Professor Hohaus, il gonfiore indolore di un linfonodo è il sintomo più comune. Nel caso del linfoma di Hodgkin, i linfonodi spesso crescono lentamente e possono durare mesi prima di essere notati?
“Spesso i linfonodi si sviluppano nell’arco di poche settimane fino a pochi mesi. Tipicamente sono molto duri e non causano dolori. Più spesso si ingrossano i linfonodi della parte più bassa del collo; quando crescono all’interno, per esempio nel mediastino del torace, possono raggiungere notevoli dimensioni prima di causare disturbi”.
Quali sono gli altri sintomi più specifici?
“L’ingrossamento dei linfonodi nel mediastino del torace possono causare tosse secca persistente, affanno, eventualmente gonfiore diffuso del collo. Altri sintomi sono febbre senza causa, sudorazione notturna profusa, perdita di peso importante e, appunto, il prurito insopportabile”.
Analisi per escludere diagnosi errate
Conferma che questi sintomi possono essere interpretati non correttamente e produrre diagnosi sbagliate?
“Il prurito è un disturbo frequente, può apparire banale e avere tante cause. Spesso questi disturbi portano il paziente a visite mediche specialistiche in diversi settori. Emblematico è l’esperienza personale che Nanni Moretti racconta nel suo film “Caro diario” del 1993, che illustra il percorso lungo dal sintomo prurito alla diagnosi e terapia del Linfoma di Hodgkin”.
Come si possono evitare queste interpretazioni fuorvianti?
“Se i disturbi sono persistenti, e gli accertamenti di primo livello non riescono a identificare le cause più comuni fra reazioni allergiche e malattie cutanee, sono necessari indagini di secondo livello per eventuali malattie sistemiche, come anche il linfoma di Hodgkin, che richiede oltre a un esame obiettivo per cercare ingrossamenti dei linfonodi, anche esami radiologici per esaminare i linfonodi nelle zone profonde del corpo”.
Terapia
Qual è attualmente la terapia d’elezione per il linfoma di Hodgkin?
“La terapia standard è ancora la chemioterapia, con uno schema che viene utilizzato da quasi 50 anni ed è stato sviluppato proprio in Italia. È rimasto invariato perché con questa terapia la maggior parte dei pazienti guarisce. Negli ultimi anni sono stati introdotti nuovi farmaci, come anticorpi monoclonali, che associati alla chemioterapia possono in alcune situazioni migliorare le risposte alla terapia”.