Coraggiosi i fratelli Roberto e Generoso di Meo per aver scelto una location un po’ borderline. Ma Tbilisi è una città magnifica, con il suo centro storico appresepato su una rupe con i piedi nel fiume. Qui si va su e giù. E Carramba che sorpresa, gli ospiti sono arrivati tutti, in funicolare, al Mtatsminda Palace, in quello stile fiorito degli anni ’20 dominante sulla città. Arriva il principe Irakli Bagrationi, erede della regina Tamara (donna con i co*lioni, tanto da soprannominarla The King) e imparentato con le famiglie dell’aristocrazia papalina, sarebbe stato un candidato perfetto ma gli hanno messo la clave tra le ruote…
In rosso, imperatrice e corona, Adriana Sartogo, Claudia Ruspoli e Antonella Boralevi si muovevano come regine in mezzo a tante cortigiane. Chi sirena, chi pantera: Elena von Hessen, principessa reale vera, Rossella Gilli, Stella Leonetti. Il filosofo e Principe Luca Pignatelli si era ispirato a re Davide IV e Margareta, bellissima, 5 ore di trucco, si era fatta tatuare sul corpo, a mo’ di versetti satanici, il prologo in georgiano dell’opera di Shota Rustaveli, il poeta nazionale, l’equivalente del nostro Dante. Il dress code è d’ispirazione alla “Regina delle Regine” Tamara che ha governato nell’undicesimo secolo, pugno di ferro in un guanto di velluto, la chiamavano The King. Black the per le istituzioni e per gli amici, lo zoccolo duro che segue Generoso in ogni angolo del pianeta: Giorgio Nocerino, Doriana e Piergiorgio Focas, Nicola Amenta…Starring Miranda e Medea Mirianashivili (ma a loro basta il cognome), molto glamour, un po’ come le Kardashian ma in salsa georgiana. Si festeggiano i “Tre Bicchieri”, l’Oscar del vino, del Taurasi di Meo e il calendario di Massimo Listri, il gigante del click d’autore, per l’Associazione Vini ad Arte.
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È la 23esima edizione della formula party itinerante dei “Di Meo Brothers” che sono partiti dalla loro tenuta di caccia borbonica con filari di vigneti in terra irpina per approdare nelle capitali più belle d’Europa: Parigi, Madrid, Londra, Lisbona, Vienna, Mosca, Praga. Il giorno dopo, per respirare aria di corteo sessantottino, bastava incanalarsi nella strada principale per assistere alla manifestazione sventolante bandiere con le stelline della CE. Praticamente un passaggio obbligato per andare all’Opera House: performance stupefacente, meglio di qualsiasi prima al Teatro La Scala, del gruppo piu’ noto dell’Europa dell’Est, “Erisioni”, che sono un po’ Maneskin, un po’ Cirque du Solei, un po’ ballerini da Bolshoi.
La festa è finita, gli amici se ne ne ritornano a casa, si vota, ed eccolo oggi il comunicato stitico/diplomatico di Ursula von der Leyen: “Da molti anni ormai, il popolo della Georgia lotta e si batte per la democrazia. Hanno il diritto di sapere cosa è successo questo fine settimana. Hanno il diritto di vedere che le irregolarità elettorali siano indagate in modo rapido, trasparente…”. Gli fa da contro/canto il premier georgiano, filorusso: “Si farà di tutto per garantire che la Georgia sia pienamente integrata nell’Ue entro il 2030”. Nessuno gli crede: intanto Putin, negli anni passati, si era già pappato il 20% del territorio georgiano, senza che nessuno fiatasse. Secondo il dittatore, dall’ego più pompato di un pneumatico da corsa, apparteneva alla Grande Russia.