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Canone Rai, emendamento della Lega per confermare il taglio a settanta euro. Irritazione da Forza Italia: “Non indebolire la tv pubblica”

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Un emendamento per confermare il taglio del canone Rai da novanta a settanta euro, previsto nel 2024 dalla legge di Bilancio dell’anno scorso ma non confermato nella manovra per il 2025. È la nuova iniziativa della Lega, che annuncia di voler presentare la proposta di modifica sia al decreto fiscale in discussione al Senato – i termini per gli emendamenti scadono mercoledì alle 10 – sia alllo stesso ddl di Bilancio, appena approdato alla Camera. “Un intervento che ci sembra doveroso, anche alla luce del fatto che è ora per il servizio pubblico di migliorarsi senza gravare ulteriormente sui cittadini. Non ci fermeremo in questa battaglia e andremo avanti con la sua progressiva riduzione fino alla definitiva abolizione, per favorire la transizione verso una azienda in grado di stare sul mercato”, rivendicano i membri del Carroccio in Commissione bicamerale di Vigilanza.

La mossa leghista irrita gli alleati di Forza Italia, che off the records la definiscono una boutade propagandistica: il costo dell’emendamento infatti ammonta a oltre quattrocento milioni di euro (lo scorso anno la misura fu finanziata con uno staziamento apposito da 430 milioni). “Se si abbassa il canone allora vanno aumentati i trasferimenti”, mette subito in chiaro il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. Per il portavoce azzurro Raffaele Nevi la Rai “non può essere indebolita, abbiamo bisogno di un servizio pubblico forte”. “La Rai deve cambiare, dobbiamo guardare al futuro. Ecco perché credo che non si debba abbassare il canone: abbiamo bisogno di continuare a essere presenti sul palcoscenico internazionale con i nostri corrispondenti e con le trasmissioni che vanno a rinforzare il ricordo del paese natale per tanti italiani che vivono all’estero”, afferma invece il segretario del partito, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’iniziativa del Carroccio è vista con “preoccupazione” anche in viale Mazzini: “Una spa deve avere certezza sulle entrate, anche per adottare contromisure”, è il ragionamento di fonti del cda dell’azienda citate dall’agenzia LaPresse.

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