Lo scoiattolino era stato adottato da Longo sette anni fa, dopo che il giovane si era accorto che la madre dell'animaletto era stata investita da un'auto: da allora viveva nel suo rifugio per animali insieme al suo amico procione Fred
“Grazie per i 7 anni più belli della mia vita. Grazie per aver portato tanta gioia a noi e al mondo. Mi dispiace di averti deluso, ma grazie per tutto“. Con queste parole Mark Longo ha detto addio a Peanut, lo scoiattolo che aveva salvato e cresciuto trasformandolo in una star dei social media. L’animaletto è stato soppresso dalle autorità dello Stato di New York perché potenzialmente avrebbe potuto trasmettere la rabbia e ora la sua morte ha scatenato un’ondata di polemiche, tanto da monopolizzare il dibattito alla vigilia del voto per le elezioni presidenziali. Sì, perché la brutale uccisione del piccolo Peanut ha infiammato anche gli animi di repubblicani e democratici, diventando oggetto delle ultime ore di campagna elettorale dei due candidati alla Casa Bianca, Donald Trump e Kamala Harris.
Lo scoiattolino era stato adottato da Longo sette anni fa, dopo che il giovane si era accorto che la madre dell’animaletto era stata investita da un’auto: da allora, Peanut viveva nel suo rifugio per animali insieme al suo amico procione Fred. Il triste – e sorprendente epilogo – è arrivato a seguito di alcune denunce anonime: “Il 30 ottobre, il DEC ha sequestrato un procione e uno scoiattolo che condividevano un’abitazione con esseri umani, creando un potenziale rischio di esposizione alla rabbia“, ha dichiarato il Dipartimento per la Conservazione Ambientale (DEC) in un comunicato. “Inoltre, una persona coinvolta nelle indagini è stata morsa dallo scoiattolo. Per effettuare i test sulla rabbia, entrambi gli animali sono stati sottoposti a eutanasia”. Ma, sebbene le autorità abbiano agito secondo i protocolli per prevenire la diffusione della rabbia, molti si chiedono se non ci fossero alternative alla soppressione di Peanut e Fred.
La notizia ha scatenato infatti un’ondata di indignazione e dolore sui social media, dove Peanut aveva accumulato milioni di follower. Il suo account Instagram, che lo mostrava mentre giocava, mangiava waffle e indossava cappellini, era seguito da persone di tutto il mondo, le stesse che ora si sono unite all’appello lanciato da Mark e da sua moglie Daniela con l’hashtag “#justiceforPeanut” per chiedere a gran voce che venga fatta giustizia sulla sua morte. “È con profonda tristezza che condividiamo questa notizia straziante”, si legge in un post sull’account Instagram di Peanut. “Il DEC ha preso la devastante decisione di sopprimere il nostro amato Peanut e Fred il procione. Nonostante il nostro appello appassionato per la compassione, l’agenzia ha scelto di ignorare le nostre suppliche”. E ancora: “Peanut era un animale speciale. Era intelligente, affettuoso e pieno di vita. Ci ha portato tanta gioia. Ora vogliamo giustizia”.