Televisione

“Finiscono prima del tempo le trasmissioni dei conduttori graditi ai vertici Rai, chi paga questo ennesimo flop?”: così Usigrai come la chiusura de L’altra Italia e Se Mi Lasci Non Vale

"Chi paga questo ennesimo flop dettato dal 'cambio di narrazione' imposto all’azienda di servizio pubblico?", si chiedono mettendo nel mirino il talk informativo di Rai2 condotto da Antonino Monteleone e il docureality affidato a Luca Barbareschi

di Giuseppe Candela
“Finiscono prima del tempo le trasmissioni dei conduttori graditi ai vertici Rai, chi paga questo ennesimo flop?”: così Usigrai come la chiusura de L’altra Italia e Se Mi Lasci Non Vale

“Ultima puntata. Finiscono così, prima del tempo, le trasmissioni dei conduttori graditi ai vertici Rai nominati dal governo ma non al pubblico che infatti non li guarda. Dopo “L’Altra Italia” anche “Se mi lasci non vale” arriva a fine corsa prima del tempo e con tanti soldi pubblici buttati per la sola ragione di compiacere chi controlla la Rai”, protesta in una nota l’Esecutivo Usigrai, il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico.

“Chi paga questo ennesimo flop dettato dal ‘cambio di narrazione’ imposto all’azienda di servizio pubblico?”, si chiedono mettendo nel mirino il talk informativo di Rai2 condotto da Antonino Monteleone e il docureality affidato a Luca Barbareschi. “I primi saranno i dipendenti e i collaboratori sui quali il governo ha posto in finanziaria il taglio delle spese per il personale. A seguire saranno i cittadini che pagano il canone per un prodotto che non è all’altezza del ruolo e della storia della Rai che dopo 100 anni di Radio e 70 di televisione è diventata irriconoscibile anche per chi ci lavora”, continua la nota.

“Da dipendenti Rai diciamo no a una manovra con tagli lineari sul personale, mentre milioni di euro vengono buttati per produzioni che falliscono i loro obiettivi, lasciando letteralmente per strada nuovi collaboratori e professionisti che a decine la Rai ha contrattualizzato, mentre continua a non stabilizzare i precari storici“, protesta Usigrai. Il programma condotto da Barbareschi era finito nel mirino della critica e del mondo social fin dalla messa in onda del promo per la somiglianza a “Temptation Island”. “Se mi lasci non vale” saluterà il pubblico di Rai2 con due settimane di anticipo, la terza e ultima puntata andrà in onda questa sera, martedì 5 novembre. Gli ultimi tre episodi saranno tagliati e rimontati per essere trasmessi in una sola serata. Al debutto lunedì 22 ottobre aveva intrattenuto solo 321.000 spettatori con l’1,82% di share, a poco è servito il cambio di collocazione al martedì: 293.000 con l’1,96%.

Una cancellazione che non sembra preoccupare Barbareschi: “Dispiaciuto? No, perché non mi piaceva, non ero contento. Io facevo solo una piccola cosa, delle piccole narrazioni. Ero un conduttore sui generis perché io in realtà stavo in una regia e chiacchieravo. Non è il mio, non è quello che piace fare a me. Noi facciamo degli spettacoli, a volte vanno bene a volte non vanno bene. Metteranno altri programmi. Io non so più nulla“, ha dichiarato a “Un giorno da pecora” scaricando di fatto lo show.

I vertici Rai hanno cancellato dal palinsesto di Rai1 per bassi ascolti “L’Altra Italia“, con una media dell’1,2% di share e un picco negativo dello 0,99%: “Nelle prossime settimane insieme al conduttore Antonino Monteleone, con la Direzione Distribuzione e la Direzione Marketing, avvieremo delle riflessioni per realizzare una nuova trasmissione con un nuovo format e una collocazione in palinsesto più efficaci“, ha fatto sapere in una nota la Direzione Approfondimento Rai.

Già alla vigilia avevano fatto discutere i costi. Il sito Dagospia aveva svelato le cifre: 180 mila euro a puntata. Non solo, l’ex inviato de Le Iene avrebbe ottenuto un contratto biennale superiore tra i 300 e i 350 mila euro.

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