La commissaria designata Dubravka Šuica non sa ancora se la sua esperienza a Palazzo Berlaymont potrà continuare, dopo i cinque anni nella squadra di Ursula von der Leyen, ma la candidata croata con delega al Mediterraneo, responsabile quindi anche dei rapporti coi Paesi extra-Ue dell’area, ha già collezionato la prima gaffe. Durante le audizioni che lei e i suoi futuri colleghi stanno svolgendo in questi giorni di fronte alle rispettive commissioni parlamentari di competenza, la sua è quella per gli Affari Esteri (AFET), ha dichiarato di “non conoscere nei dettagli” la vicenda del sequestro, le torture e l’assassinio di Giulio Regeni.

Eppure non si tratta di una novizia all’interno delle istituzioni europee. Anche se nei fatti non è mai stato compiuto un passo deciso nella ricerca di verità e giustizia per il ricercatore massacrato, mentre il Paese di Abdel Fattah al-Sisi impedisce ai tribunali italiani di processare i quattro sospettati del suo omicidio, soprattutto il Parlamento europeo ha più volte ribadito la propria posizione sulla necessità di ottenere collaborazione da parte delle autorità del Cairo. E durante quei voti, quei dibattiti, in quel clima di scontro tra gli interessi dei Paesi in affari con l’Egitto e le richieste di verità Dubravka Šuica era già a Bruxelles. Nelle istituzioni europee, a dire il vero, ha messo piede fin dall’adesione della Croazia, nel 2013, quando è stata eletta europarlamentare. Ci è rimasta fino al 2019, quando ha traslocato a pochi isolati di distanza, a Palazzo Berlaymont, per diventare vicepresidente della prima Commissione von der Leyen con deleghe alla democrazia e la demografia, incarico ancora in essere in attesa di essere confermata nella nuova squadra della leader tedesca.

Nonostante questa presenza costante e la discussione sul caso Regeni anche in Parlamento Ue, la sua risposta alla domanda dell’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Danilo Della Valle, sulla situazione dei diritti umani in Egitto e l’ostruzione delle autorità egiziane alle indagini italiane sulla morte del ricercatore è stata: “Il nostro sforzo nei Paesi di questa zona del Mediterraneo, come l’Egitto, è molto importante. Se non siamo in presenti lì qualcun altro lo sarà, meglio esserci che non esserci dunque è il nostro motto, ma niente sarà fatto senza la protezione dei diritti umani e il rispetto del diritto internazionale. Riguardo alla situazione di questo cittadino assassinato non conosco i dettagli ma le potrò rispondere in futuro se vuole”.

Dopo queste parole si è generato lo sconcerto dell’eurodeputato italiano che, in un comunicato, ha definito “assolutamente vergognoso che Dubravka Šuica, commissaria designata per il Mediterraneo, non sappia chi è Giulio Regeni e non si sia informata su questo cittadino italiano ed europeo torturato e ucciso in Egitto. Così calpesta la sua memoria, umilia la sua famiglia, tutti quelli che lottano per i diritti umani in Egitto e anche il Parlamento europeo visto che negli ultimi otto anni, e cioè da quando Regeni è stato ucciso, sono state presentate ben 25 interrogazioni parlamentari alla Commissione europea. La risposta della Šuica alla mia domanda su Regeni e i diritti violati in Egitto è una gaffe clamorosa che ci offende”. E ha quindi voluto ricordare che “l’Unione europea ha firmato un memoradum con l’Egitto ignorando il continuo ostruzionismo da parte delle autorità egiziane nei confronti della giustizia italiana che sta svolgendo le indagini sull’omicidio del ricercatore universitario Giulio Regeni. Il Cairo continua a negare la possibilità ai testimoni di partecipare alle udienze. Questo non è il comportamento di un Paese che rispetta il diritto internazionale e i diritti umani e a cui l’Europa fornisce miliardi di euro in accordi di cooperazione”.

Se la vicenda Regeni rimane oscura per la commissaria Šuica, più chiaro nella sua mente appare essere invece il cosiddetto Piano Mattei per la cooperazione con i Paesi africani annunciato da Giorgia Meloni senza, in realtà, che esista un cronoprogramma definito. “Il Piano Mattei è il piano dell’Italia con i Paesi del vicinato meridionale, ma se i progetti saranno buoni anche per l’Europa non escludiamo la possibilità di finanziarli, specie se si parla di energia, visto che su questo aspetto abbiamo interessi comuni dato il costo basso in queste zone, ad esempio sulle rinnovabili”, ha detto la croata rispondendo alla domanda dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Alberico Gambino su come intende coniugare il Piano Mattei in chiave europea. Šuica ha poi citato il cavo Elmed tra Tunisia e Italia come un esempio delle infrastrutture di interesse comune.

Twitter: @GianniRosini

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