Cattolico non praticante, spiega che l'intenzione era di "svecchiare" l'idea della Santa Sede
Il Giubileo si avvicina e Roma si sta preparando (più o meno) a ospitare un afflusso straordinario di pellegrini: circa 30-35 milioni, attesi da ogni angolo del mondo. La mascotte ufficiale dell’evento si chiama Luce ed è stata recentemente svelata, con l’opinione pubblica divisa sulla scelta.
In un’intervista, rilasciata a La Repubblica, parla il creatore della mascotte stile manga. Lui è Simone Legno, di Roma, 45 anni, diviso tra Giappone e Stati Uniti. Dal 2005 ha un brand di design e oggettistica ispirato all’arte giapponese. Dopo alcune importanti collaborazioni, adesso c’è quella con il Vaticano per l’anno giubilare.
“La collaborazione è nata per Expo Osaka 2025, per cui ho curato la mascotte dell’Italia, Italia-chan, mi avevano chiesto di lavorare alla loro. Ho rilanciato: perché non quella per il Giubileo? È un evento storico, ma non ne ha una. Così sono finito davanti al Dicastero per l’Evangelizzazione“, esordisce nell’intervista.
Poi Legno, cattolico ma non praticante, spiega che l’intenzione era proprio quella di “svecchiare l’idea del Vaticano”: “Credo cercassero un’idea meno seriosa. L’arte oggi è sulle coordinate pop di Luce, oltre che su quelle ultra classiche. Ci siamo sintonizzati sul moderno. Ho puntato su una pellegrina giovane, perché saranno soprattutto i ragazzi ad andare. E ho voluto, per esempio, insistere sul fango degli stivali, che dà il senso del percorso”.
“Lavorare con il Vaticano non è stato difficile – le parole dell’artista -. Ho avuto clienti più piccoli e ‘complessi’: mi hanno consigliato sui colori del rosario, ma nessuna ‘ingerenza‘. Forse darò una statuetta a Bergoglio: s’immagini l’emozione”.
A chi dice che Luce – considerato l’impermeabile giallo – somigli molto a Greta Thunberg, lui risponde: “Ma è un impermeabile qualsiasi, nell’immaginario è sempre giallo. Mi hanno attaccato dovunque: c’è chi mi ha dato dell’omofobo perché lavoro con il Vaticano, chi del satanista perché dieci anni fa abbiamo collaborato con una linea di sex toys“.
Su questo punto ci tiene a precisare: “La scelta di Luce è radicale, visto il contesto. Anche in Vaticano ci sarà chi non l’ha presa bene. Ma non c’è niente di male: non è aver collaborato con un produttore di sex toys il problema, e l’inclusione è fondamentale dagli inizi. In questo brand siamo persone per bene, aperte, senza bandiere politiche. Ci è dispiaciuto che ci hanno dato dei fascisti per aver lavorato con il governo per Expo Osaka. I nostri valori sono chiari, a prescindere”. Infine l’illustratore, artista e co-fondatore del marchio Tokidoki conclude: “Le critiche vengono solo dall’Italia. All’estero, invece, le principali riviste d’arte si stanno interessando a Luce”.