Il titolo della mia intervista su Repubblica capovolge le mie parole e contraddice il mio comportamento, visto che nel M5s ho molti amici, persone di grande valore e grande capacità politica, con i quali collaboro su progetti comuni. Inoltre l’articolo ha fatto polpette delle mie parole, facendomi fare la figura del cretino che riesce a concepire solo banalità.
Ad esempio è stato omesso il mio discorso, centrale, sulla crisi di M5s e Pd. Nell’intervista ho denunciato infatti che l’ex assessore alla sanità piemontese Antonio Saitta (Pd) e la ministro della Sanità Giulia Grillo (M5s) sono stati messi da parte a causa del loro piano di tagli alle spese sanitarie: grazie all’acquisto delle medicine attraverso aste (sistema che in Piemonte aveva fruttato un risparmio del 67% (!!!) sull’acquisto dei medicinali, qui i dati ufficiali della Regione.
Il piano della Grillo prevedeva aste per l’acquisto dei medicinali a livello nazionale ed europeo (!!!) e anche la vendita dei medicinali solo nella quantità prevista dalla prescrizione medica come accade da tempo negli Usa; cioè se devi prendere 20 pasticche non sei costretto a comprare una confezione da 30. Inoltre aveva accettato la nostra proposta di un calmiere per i prezzi delle medicine da banco tipo aspirina, che in Italia costano dal doppio a cinque volte di più rispetto a Francia e Germania.
Il risparmio previsto era di 5 miliardi di euro all’anno per le casse dello Stato e più di un miliardo per le famiglie italiane.
Ma questo tema non è stato giudicato importante da Repubblica, un peccato perché la crisi del Pd e del 5 Stelle non è comprensibile se non si parte proprio dalla loro rinuncia a realizzare alcune riforme fondamentali come questa e questa crisi dipende altrettanto dal vizio di far fuori chi è troppo bravo (qui la mia intervista alla ministro Grillo per la testata People for Planet. Video 1 di 4)
Altro discorso che il mio intervistatore ha riassunto in quattro parole è quello della selezione dei candidati alle elezioni. Gli ho raccontato che durante il mio intervento al convegno di fondazione delle Liste Civiche 5 Stelle, a Firenze nel 2011, proposi che si potessero candidare solo persone che erano riuscite a realizzare nel loro territorio o sul posto di lavoro, iniziative che di successo per migliorare concretamente la qualità della vita delle persone. Questo intervento fu accolto con un’ovazione da parte dei più di mille militanti del Movimento (https://youtu.be/kqYuIYsJUkQ minuto 9,36).
Successivamente proposi la creazione di una scuola quadri e che i candidati elettorali nominati via internet, dovessero partecipare a un seminario residenziale di 7 giorni; questo perché vedevo il rischio di candidare pazzi e furbetti, proprio perché candidare una persona sulla base di un video di pochi minuti, votato da qualche centinaio di persone esponeva il Movimento al pericolo di scegliere persone di poco valore. Convivendo per una settimana con i candidati era possibile individuare le persone che era meglio non mandare al Parlamento…
Le mie proposte furono cestinate e i risultati si sono visti: decine di nullità mandate a Roma hanno cambiato casacca… Io lasciai il Movimento 5 Stelle, continuando comunque a collaborare e a difenderlo durante decine di interventi a dibattiti televisivi, dalla montagna di calunnie che gli buttarono addosso di lì a poco.
Questi i fatti.
Ho chiesto una rettifica al direttore di Repubblica Mario Orfeo. Risposta non pervenuta.
Ho protestato educatamente con il giornalista Matteo Pucciarelli, ha riconosciuto il danno ma mi ha detto che i titoli non li scrive lui. Ponzio Pilato gli fa una pippa!
In Italia i giornaloni possono scrivere quel cavolo che vogliono. Non è la prima volta che mi succede. Ed è incredibile l’omertà di media e giornalisti verso i colleghi che praticano il falso e manipolano i testi. Questa realtà è ancor più grave oggi, visto che l’intelligenza artificiale può realizzare perfino un video nel quale io dichiaro che la Presidente Meloni è il miglior capo di governo Italiano dopo Giuseppe Garibaldi.
Nei miei prossimi articoli proporrò la storia di una carrellata di falsificazioni che hanno colpito me e la mia famiglia negli anni. Vi parlerò dei seguenti episodi eclatanti:
Dario Fo inneggia al terrorismo islamico! Dopo i massacri dell’11 settembre 2001 il Corriere della Sera, diretto da Ferruccio Bertoli, pubblica un testo falsificato a firma mia e dei miei genitori nel quale si considera IRRILEVANTE, quindi non importante, il numero delle persone assassinate dai terroristi.
1974, La Notte, quotidiano milanese, con un titolo a tutta pagina, accusa mia madre di essere una militante delle Brigate Rosse, di aver partecipato a un rapimento e si insinua sottilmente anche a uno scontro a fuoco con la polizia.
A proposito della macelleria poliziesca del 2001 a Genova per il G8, con disabili e suore pestati come bistecche e Giuliani ammazzato, Libero, pubblica una mia intervista, rilasciata all’amico Francesco Specchia, titolando: “Jacopo Fo: Brava la polizia a Genova”.
Ever green: Dario Fo fascista, rastrellatore di partigiani (con qualche problema con i genitori: papà Felice Fo e mamma Pina Rota, partigiani).