Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha il potere di fermare le maree, anche quando sono così basse da non impensierire i veneziani, abituati da sempre a combattere con l’acqua alta. Nel giorno in cui piazza San Marco ha ospitato la celebrazione della festa delle Forze Armate, Venezia è rimasta completamente asciutta, anche se una previsione di 76 centimetri sopra il livello del mare a Punta della Salute non avrebbe impressionato nessuno. Il problema era l’illustre ospite, con il corollario di autorità e forze militari impiegate nella parata davanti alla Basilica.
Cosa sarebbe successo se Mattarella avesse dovuto calzare gli stivaloni o salire su una passerella, onde evitare di bagnarsi? A giocare d’anticipo è stato il prefetto Darco Pellos chiedendo di far funzionare il sistema di dighe mobili, nonostante ormai sia stato fissato il limite di 110 centimetri come punto di rischio che induce ad alzare le paratie alle bocche di porto per evitare che la città si allaghi. A quel livello, infatti, circa il 10 per cento del centro storico va sotto acqua, mentre a 90 centimetri si scende al 2 per cento. Il problema è che piazza San Marco è uno dei punti più bassi di Venezia, e quindi va sotto prima che altrove, non appena si arriva agli 80 centimetri. Se la previsione fosse stata sbagliata, ecco che Mattarella avrebbe potuto prendere visione del fenomeno in presa diretta. In realtà un errore per eccesso c’è stato, visto che la marea si è fermata a 73 centimetri.
In attesa che vengano ultimati i lavori di messa in sicurezza di tutta l’insula marciana, anche con l’impiego di nuove valvole che impediscono la risalita, è stato deciso di usare il Mose, nonostante ogni alzata abbia un costo di circa 200mila euro. Il limite di marea che fa funzionare il Mose è uno dei problemi che angustiano Venezia, dopo che le paratie hanno dimostrato di poter tenere all’asciutto la città. Se si alza troppe volte ne risentono l’attività del porto, con l’andirivieni di mercantili, e in tempi lunghi anche lo stato della Laguna, destinata a trasformarsi in un lago. Se si alza troppo poche volte, le aree più basse non trarrebbero beneficio da un’opera che comunque è costata alla collettività tra i 6 e i 7 miliardi di euro e richiede un ingente costo di gestione.
La decisione è stata applaudita dai commercianti di piazza San Marco, che stanno insistendo per abbassare il livello di marea che faccia scattare il Mose. Il presidente Claudio Vernier ne ha approfittato per azzardare: “Ci ha stupito che il Mose sia stato alzato con una previsione di 75 centimetri, senza vento. Ci auguriamo che anche per il futuro il criterio sia di salvaguardare a prescindere la città. Settantacinque centimetri ci sembrano una buona misura”. Il fatto è che un presidente della Repubblica a Venezia ci viene piuttosto di rado.