La crisi dell’auto ora spaventa anche le catene che ruotano attorno alle quattroruote. Nel giro di poche ore due colossi come Schaeffler e Michelin hanno annunciato importanti sforbiciate ai loro organici. Il fornitore tedesco Schaeffler segherà 4.700 posti di lavoro in Europa a causa della debolezza del suo business industriale e del crollo delle auto […]
La crisi dell’auto ora spaventa anche le catene che ruotano attorno alle quattroruote. Nel giro di poche ore due colossi come Schaeffler e Michelin hanno annunciato importanti sforbiciate ai loro organici. Il fornitore tedesco Schaeffler segherà 4.700 posti di lavoro in Europa a causa della debolezza del suo business industriale e del crollo delle auto elettriche: circa 2.800 riguarderanno la Germania ma si teme anche per un sito italiano nel Novarese.
Schaeffler – che in parte delocalizzerà – prevede che la conversione consentirà di risparmiare circa 290 milioni di euro all’anno entro il 2029. Uno dei motivi della conversione è l’integrazione di Vitesco, che eliminerà i posti di lavoro amministrativi. Inoltre si registra una pausa nel settore industriale, che soffre della debolezza della domanda in Europa e ha registrato un calo delle vendite e degli utili nel terzo trimestre.
Il gruppo tedesco aveva ampliato l’attività con diverse acquisizioni negli ultimi anni. La riconversione interessa ora gli stabilimenti acquisiti nell’ambito di queste operazioni come le attività di Melior Motion ad Hameln, rilevate nel 2022. Dieci sedi in Germania sono interessate dalle misure di smantellamento. Inoltre, sono interessate altre cinque sedi in Europa, due delle quali saranno chiuse. In questo ambito si teme per l’impianto di Momo, vicino a Novara. La maggior parte delle misure dovrebbe essere attuata tra il 2025 e il 2027.
Anche Michelin chiuderà due sue fabbriche. A essere colpite saranno Cholet e Vannes che impiegano 1.254 lavoratori. I cancelli resteranno chiusi per sempre al più tardi all’inizio del 2026. Il gruppo che produce pneumatici ha spiegato che “non è stato possibile preservare la redditività dei due stabilimenti” sotto il peso del “peggioramento della competitività dell’Europa, in particolare a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi dell’energia”. La produzione sarà fermata dall’11 novembre e verrà avviata la discussione coi sindacati sulle misure di sostegno. Il gruppo Michelin annuncia anche che accantonerà, con il bilancio 2024, 330 milioni di euro.