La campionessa di salto in lungo commenta lo scontro tra magistratura e governo
Su quali siano i Paesi sicuri “credo debbano decidere i giudici che sono una parte terza e neutrale“. La campionessa di salto in lungo Larissa Iapichino decide di esporsi in prima persona sul delicato tema dei migranti e sullo scontro in atto tra governo e magistratura. In un Italia in cui gli sportivi non hanno quasi mai il coraggio di raccontare la loro opinione, rifugiandosi nelle frasi fatte e nel politicamente corretto, la lunghista figlia di Fiona May ha scelto invece di dichiarare apertamente il suo pensiero.
Iapichino, medaglia d’argento agli ultimi Europei di Roma e detentrice del record italiano di salto in lungo indoor (quello all’aperto è ancora il 7,11 della madre Fiona May), è anche una studentessa di Giurisprudenza. Ospite di Rai Radio1, a Un Giorno da Pecora, ha risposto alle domande di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari anche in merito al tema caldo in questi giorni per la politica italiana: il nuovo decreto del governo sui Paesi sicuri. Una norma che i giudici italiani non stanno applicando perché in conflitto con la prevalente normativa europea, come evidenziato dalla nota sentenza della Corte di giustizia Ue del 4 ottobre.
Sui Paesi sicuri devono decidere i giudici o la politica? A domanda Iapichino risponde: “Concettualmente credo debbano decidere i giudici che sono una parte terza e neutrale rispetto alle altre parti coinvolte, deve esserci un giudizio neutrale, superiore rispetto alle parti”. Poi l’atleta aggiunge: “La politica è sicuramente strumentale per certe cose ma deve esser tenuta fuori rispetto a determinate decisioni”. Una presa di posizione inusuale e coraggiosa, che proprio per questo le costerà molte critiche e polemiche.