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Minacce agli elettori di Harris, cancellazioni dalle liste, disabili discriminati: cosa accade negli Stati in cui il governo invia gli ispettori

Rischi di cancellazioni arbitrarie dalle liste, elettori con disabilità discriminati, fino alle minacce rivolte dalle autorità a chi espone nel proprio cortile cartelli con la scritta “Kamala Harris”. In alcuni dei 27 Stati degli Usa in cui gli ispettori federali vigileranno sulla regolarità delle presidenziali, il Dipartimento di Giustizia ha avviato cause legali e messo sotto osservazione diverse contee nelle quali il diritto al voto non sembra essere garantito.

Una delle battaglie più dure si combatte nella contea di Harris, in Texas, che include il capoluogo Houston e che è stata al centro di accuse infondate di frode elettorale nel 2020. Nell’estate 2023 il governo a guida repubblicana ha promosso una legge che elimina la figura dell'”amministratore elettorale” della contea. I revisori dei conti dello Stato avevano criticato la contea per alcune “lacune elettorali” registrate nel 2021 e nel 2022, tra cui la mancata formazione degli scrutatori e la non adeguata compilazione delle liste elettorali. In una lettera di ottobre al Dipartimento di Giustizia più di 60 democratici texani hanno espresso timori che lo Stato stesse prendendo di mira gli elettori dem e hanno chiesto osservatori federali a Harris e nelle altre quattro contee più popolose.

Il Dipartimento di Giustizia ha intentato una causa contro lo Stato della Virginia, governata dal Partito democratico, in relazione a un ordine esecutivo firmato dal governatore il 7 agosto che obbliga gli uffici elettorali a effettuare “aggiornamenti giornalieri dell’elenco degli elettori”. La pratica prevede il confronto dei nomi presenti nell’elenco con quelli delle persone che non hanno diritto al voto. Per il Dipartimento questa verifica avverrebbe anche durante il cosiddetto “periodo di tolleranza” di 90 giorni durante il quale, in base alla legge della Quiet Period Provision, gli Stati non possono revocare il diritto di elettorato attivo. “Annullando le registrazioni degli elettori entro 90 giorni dal giorno delle elezioni – ha spiegato Kristen Clarke, procuratore generale aggiunto della Divisione per i diritti civili del Dipartimento -, la Virginia espone gli elettori qualificati al rischio di essere rimossi dalle liste e può creare confusione nell’elettorato”.

A metà ottobre, il Dipartimento ha annunciato che avrebbe monitorato il rispetto delle leggi federali sul diritto di voto nella contea di Portage, in Ohio, stato guidato dai repubblicani. Gli elettori della contea avevano segnalato al Dipartimento preoccupazioni sulle modalità di raccolta dei loro dati personali. Pochi giorni prima lo sceriffo, Bruce Zuchowski, aveva scritto su Facebook che avrebbe chiesto di rintracciare gli elettori che avevano esposto cartelli con la scritta “Kamala Harris” nei loro giardini in modo che gli immigrati – che lo sceriffo definiva “illegali locuste umane” – potessero essere mandati a vivere con loro se la candidata democratica dovesse vincere le elezioni.

A settembre il Dipartimento di Giustizia ha presentato una denuncia contro la città di Thornapple, nel Wisconsin, governato dai democratici: la città non rispetta la Sezione 301 dell’Help America Vote Act (HAVA), secondo cui i seggi sono obbligati ad avere “almeno una macchina per il voto accessibile agli elettori con disabilità durante le elezioni federali”. Sul medesimo tema il Dipartimento di Giustizia ha raggiunto un accordo con la città di Laurence, sempre nel Wisconsin, in merito a un’accusa secondo cui avrebbero violato la stessa legge.

Gli osservatori federali sono attesi anche nelle contee di Dillingham e Kusilvak, in Alaska, stato a guida repubblicana. La zona è patria degli elettori di lingua Yup’ik, protetti dalla Sezione 203 del Voting Rights Act, che stabilisce che i residenti delle aree linguistiche minoritarie devono ricevere informazioni sulle elezioni nella propria lingua.