“Ieri al Villaggio delle Zucche, mio figlio ha perso il suo orsetto. Ho chiamato anche stamattina, ma niente non l’hanno trovato. Se qualcuno lo avvistasse lì, vi prego di portarlo alle casse, perché sono stati avvertiti. Purtroppo credo che qualcuno lo abbia preso, altrimenti sarebbe saltato fuori. Se chi lo ha preso legge questo post… Per favore restituiscilo. Mio figlio piange da ieri pomeriggio. Non se ne separa mai, né di giorno né di notte”. Questo l’appello di una mamma, Simona Margot Bruno, che dopo essere stata al Villaggio delle Zucche di Nonno Andrea a Villorba si è resa conto di non avere più l’amato orsacchiotto di suo figlio.
E così ha scritto un appello, nel quale ha spiegato che Isso, questo il nome del pupazzo, è per Liam, il figlio, un compagno fondamentale: “… Non era un semplice pupazzo. Magari sarà catartico… Orsetto lo vidi in un negozietto di Caorle appena scoperto di essere incinta, tra l’altro il mio posto del cuore. Mio marito non me lo fece comprare perché avevamo già perso due bambini. Non voleva che poi me lo trovassi davanti in un ennesimo lutto. Mi disse di aspettare. Quando la gravidanza andò avanti, decidemmo di comprarlo. Ma era sopraggiunto il Covid e non potevamo più raggiungere Caorle. Avrei potuto comprarlo sul sito ufficiale o su Amazon, ma io volevo quello! Così chiamai il negozio e me lo feci spedire. È stato il nostro portafortuna. E stasera, alla disperazione di mio figlio, prima di andare a nanna, sono crollata anche io”. Bruno e il marito hanno aggiunto di essere “disposti a offrire una ricompensa” ma niente da fare, nonostante i post social: “Orsetto non è stato trovato purtroppo, ma volevo ringraziare tutti voi per il grande aiuto“. Sul sito stateofmind.it si legge che gli orsetti sono il classico esempio di oggetto transizionale. Di cosa si tratta? “È quasi sempre una delle cose che circondano abitualmente il bimbo come, appunto, il classico orsacchiotto appoggiato sul suo lettino, un bambolotto, una copertina, e di lui il bimbo si servirà per sperimentare, per la prima volta, una relazione affettuosa con un altro diverso da sé”.