Sono scesi di nuovo in piazza, questa volta per protestare contro il ddl 1240 (disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca) voluto dalla ministra dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini. Sono i precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) arrivati da tutta Italia a Roma, per chiedere di essere assunti a tempo indeterminato. “Il ddl va ad individuare ulteriori figure professionali che non danno diritto all’anzianità – dichiara Rosa Sinisi, del Coordinamento precari Uniti – in pratica sono paragonabili a delle figure esterne all’ente. È come se non ci fosse più neppure la possibilità di chiedere la stabilizzazione”. Le nuove professioni previste dalla riforma del pre-ruolo universitario sono: la borsa di assistenza alla ricerca junior e senior, i contratti post-doc e quelli di professore/ssa aggiunto/a. In piazza erano presenti ricercatori provenienti da tutta Italia, che hanno maturato dieci, 15 e anche 20 anni di anzianità e che non sono mai stati stabilizzati. “La qualità del pensiero dei ricercatori italiani non è inferiore a quella di altri Paesi – racconta Roberto, ricercatore di elettronica e microsistemi del CNR di Catania, dopo la sua esperienza di lavoro in Canada – ora abbiamo un grosso investimento (grazie al Pnrr) che sta creando infrastrutture che però, se resteranno senza personale, rischieranno di diventare cattedrali nel deserto.”