“È un cimitero”. Erano stati i sommozzatori, nel buio dell’acqua fangosa e probabilmente sotto choc, a ipotizzare, una volta riemersi, che il parcheggio sotterraneo allagato del centro commerciale di Bonaire, ad Aldaia fuori Valencia, si fosse trasformato in una trappola e che sarebbero stati trovati molti cadaveri. Da quel momento l’ipotesi delle prime ore si […]
“È un cimitero”. Erano stati i sommozzatori, nel buio dell’acqua fangosa e probabilmente sotto choc, a ipotizzare, una volta riemersi, che il parcheggio sotterraneo allagato del centro commerciale di Bonaire, ad Aldaia fuori Valencia, si fosse trasformato in una trappola e che sarebbero stati trovati molti cadaveri. Da quel momento l’ipotesi delle prime ore si è trasformata in una fake news, con le autorità che non davano conferme e con i social impazziti con persone che affermavano che 700 biglietti del parcheggio non erano stati ritirati e/o pagati. Un falso smentito nel giro di poche ore perché il parcheggio era gratuito. Oggi, dopo giorni di attesa per il lavoro delle idrovore, la polizia ha ispezionato tutte le auto che si trovavano all’interno del parcheggio e non ha trovato cadaveri. Fonti della polizia, citate dai media spagnoli, spiegano che è stata controllata anche il 99% della struttura. E questo sembra essere il primo vero miracolo da quando la Dana (il fenomeno atmosferico con piogge torrenziali) ha devastato l’area metropolitana di Valencia.
Il numero di vittime della catastrofe a Valencia è di 211 persone, secondo l’ultimo bilancio ufficiale del centro operativo di emergenze del governo regionale della Generalitat, confermato dalle forze di sicurezza. Un numero che il ministero dell’Interno eleva a 217, includendo i morti nelle altre regioni in Castilla La Mancia e una in Andalusia. Un bilancio resta sostanzialmente fermo da sabato. Il motivo, segnalano i servizi di emergenza, è che le vittime segnalate dai municipi si notificano alle forze di polizia, ma non sempre vengono aggiornate in tempo reale le liste.
Quanto al numero di dispersi, ancora indefinito, la mancanza di informazione ufficiale alimenta la sensazione che la catastrofe possa essere stata molto più letale. Il generale dell’Unità militare dell’esercito (Ume), Javier Marcos, al comando dei 7.800 militari schierati nel territorio ha confermato che è stata allestita una morgue per 400 persone, che potrebbe avvicinarsi al numero complessivo dei dispersi. Intanto continua l’azione per l’identificazione delle vittime trasferite della Ciudad di Giustizia a Valencia dove squadre di medici legali hanno finora realizzato 190 autopsie e identificato con certezza 111 dei cadaveri recuperati, successivamente trasferiti alla seconda morgue allestita alla Fiera di Valencia. Qui fino a ieri, 47 corpi erano stati restituiti ai familiari, secondo l’ultimo bilancio del Centro di Integrazione di Dati (Cid), costituito per far fronte all’emergenza.