Un gigante al tappeto è una sorpresa, due colossi superati con sette gol complessivi sul groppone nella stessa serata sono una notizia. Real Madrid e Manchester City sono stati abbattuti senza pietà da Milan e Sporting Lisbona: una doppia lezione di calcio, con tanti applausi a due allenatori portoghesi, Paulo Fonseca e Ruben Amorim. Il primo può finalmente gonfiare il petto dopo l’exploit al Bernabeu con il rilancio in pompa magna di Leao. Il secondo è già entrato nel cuore dei tifosi del Manchester United, prima ancora di mettere piede in Inghilterra. La batosta rifilata al City, in una serata di emozioni forti, con l’immenso striscione in cui è stata scolpita la scritta “Obrigado” (“grazie”) e la passerella finale per celebrare l’ultima panchina casalinga di Amorim, ha reso memorabile l’addio del 39enne tecnico di Lisbona, sbocciato da giocatore nel Benfica, squadra di cui è sempre stato fan dichiarato. Il futuro manager del Manchester United, dopo le prime esperienze con Casa Pia e Braga, ha spiccato il volo allo Sporting, dove sbarcò nel marzo 2020, in pieno Covid. “Non avrei mai pensato di dirlo, ma sarò sempre dello Sporting”, il suo messaggio di addio.
I sorrisi larghi di Fonseca e Amorim sono l’altra faccia della luna di una serata nera per Carlo Ancelotti e Pep Guardiola. Anche al Bernabeu sentimenti forti con il minuto di silenzio per omaggiare le vittime dell’alluvione di Valencia, ma poi è stato protagonista il calcio e il Real è rimasto prigioniero dell’incubo iniziato il 26 ottobre, con il poker incassato, sempre in casa, nel Clàsico. Il Milan ha calato il tris: i sette gol complessivi al passivo in due gare certificano la fragilità – parola usata anche da Ancelotti nel dopo partita – della difesa, dove l’assenza di Carvajal è un handicap forse insostenibile. Il Real è affondato proprio a sinistra, dove non ci sono state contromisure agli allunghi di Leao, finalmente ad alti livelli e applaudito al momento della sostituzione del pubblico del Bernabeu.
I Blancos non hanno però perso solo per i limiti della retroguardia: è il sistema squadra complessivo uscito con le ossa rotte da questa sfida di giganti del football mondiale. Il centrocampo non è riuscito a garantire copertura, mentre l’attacco ha fatto nuovamente cilecca. Male Mbappé, insufficiente Vinicius che ha almeno avuto il merito di trasformare il rigore, inesistente Bellingham: l’inglese è in vacanza da mesi. La classifica della Champions fa impressione. In questo momento, i campioni in carica hanno appena 6 punti, occupano la diciassettesima posizione e sono in quota playoff. Ancelotti ha riconosciuto con onestà i meriti del Milan e ha avvertito: “Bisogna sicuramente cambiare qualcosa, non possiamo continuare a prendere gol in questo modo”. Il paradosso è che l’arrivo di Mbappé sta creando problemi seri in attacco. Non è facile trovare l’alchimia giusta per la convivenza del francese con Vinicius e in questa situazione c’è un terzo incomodo che sta pagando il prezzo della confusione tattica: Bellingham. A chiudere il cerchio, la stagione finora opaca di Valverde, i 39 anni di Modric e l’assenza di un sostituto di Kroos.
Il City ha perso la terza gara di fila, dopo l’eliminazione in Coppa di Lega sotto i colpi del Tottenham e il ko – il primo in campionato – incassato a Bournemouth. Solo una volta nell’era-Guardiola gli attuali campioni d’Inghilterra avevano avuto un filotto di tre sconfitte consecutive: nell’aprile 2018, sei stagioni fa. Anche il City sta facendo i conti con assenze pesanti, su tutti quella del Pallone d’Oro, Rodri. Allo stadio Alvalade, complici gli infortuni di Stones e Dias, Guardiola è stato costretto a utilizzare al centro della difesa il 19enne Simpson-Pusey: il ragazzino è stato schiantato dalla tripletta dello svedese Gyokeres, 23 gol in 17 gare stagionali, 66 in 67 match complessivi con lo Sporting. Il City è franato su tutti i fronti: Haaland ha fallito un rigore, male Kovacic e Lewis, in difficoltà Bernardo Silva. Guardiola pochi giorni fa ha avvertito: “Sarà una stagione di lotta”. Dopo quattro titoli di fila, il Treble nel 2023 e il processo in corso sulle 115 presunte violazioni delle regole fair play della Premier, è legittimo chiedersi se, dopo otto anni, siamo all’ultimo giro di giostra di un’era leggendaria. Amorim sta invece per iniziare l’avventura. Domenica il commiato allo Sporting nel match di campionato in programma a Braga, dalla prossima settimana sarà il nuovo guru dello United. Fulminante il titolo del Sun per celebrare il trionfo sul City del nuovo manager dei Red Devils: “Ci vediamo più tardi”.