L’elezione di Donald Trump a 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America ha visto protagoniste anche alcune celebri personalità dello sport americano, del presente e del passato. Non stupisce quindi vedere sul palco durante i festeggiamenti, proprio al fianco di Trump, anche Dana White, attuale presidente della Ultimate Fighting Championship che vanta un patrimonio stimato di 500 milioni di dollari. La loro amicizia è riconducibile ai primi anni 2000, quando Trump ospitò alcuni eventi targati UFC nei suoi hotel e nelle sue arene quando nessuno ci credeva. In questi anni in cui questo sport ho ottenuto una certa popolarità, il neopresidente degli Stati Uniti ha partecipato spesso ai relativi eventi, in prima fila e negli spogliatoi, si è fatto fotografare con i fighter che l’hanno sostenuto anche sui social con cappellini a tema (“Make America Great Again”) e bandiere a stelle e strisce.

Il mondo degli sport da combattimento è uno dei bacini da cui Trump ha raccolto maggiore popolarità e consenso. Il primo esempio è il wrestling, da anni legato alla figura del tycoon che si è più volte dichiarato come suo grande fan. Il neopresidente è per giunta amico del proprietario della WWE Vince McMahon e quando nel 1988 e 1989 ospitò due edizioni di WrestleMania al Trump Plaza, lui partecipò anche a qualche spettacolo in veste di ospite. È stato impegnato per un po’ di tempo in una rivalità con lo stesso McMahon che è stata ribattezzata Battle of Billionaires e culminata a WrestleMania XXIII nel 2007, quando Bobby Lashley (scelto da Trump come suo rappresentante sul ring) sconfisse Umaga (che rappresentava McMahon) in un match che prevedeva per lo sconfitto il taglio completo dei capelli, destino toccato McMahon. Dal 2013 il sito ufficiale della WWE ha ufficializzato l’ingresso di Trump nella Hall of Fame.

Detto ciò, in questi mesi il mondo del wrestling si è schierato nettamente a fianco di Trump e il momento emblematico è stato quello in cui Hulk Hogan, sul palco del Madison Square Garden, si era strappato i vestiti proprio come è tipico fare prima di un combattimento, incitando la folla al grido di “Votate per Trump“. Persino l’iconico wrestler Undertaker ha ospitato il neopresidente americano al suo podcast facendogli conoscere sua figlia. La ragazzina si era accomodata sulle ginocchia di Trump, mentre questi esprimeva le sue argomentazioni riguardo presunti pugili trans che avrebbero gareggiato alle scorse Olimpiadi di Parigi, chiaro riferimento alla vicenda che ha riguardato l’algerina Imane Khelif. A proposito di boxe, anche Mike Tyson, in attesa di tornare sul ring per misurarsi con l’ex youtuber Jake Paul, ha sostenuto il neopresidente degli Usa. Da una leggenda del ring a una star del football americano, altro sport caro a Trump: il quarterback più vincente nella storia della NFL, Tom Brady, è stato a sua volta uno dei volti pro Trump.

Solo nel basket le star erano contro Trump
Dall’altra parte, numerose sono le superstar della Nba che saranno rimaste deluse da questo risultato. LeBron James, che si era espresso affermando: “Quando penso ai miei figli e alla mia famiglia, la scelta è chiara: votate Kamala Harris”, Chris Paul, e ancora altri due miti della pallacanestro come Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar, che in più occasioni avevano dichiarato il loro disprezzo versoTrump. Steve Kerr, ct di Team USA oro a Parigi 2024 e coach dei Golden State Warriors, un paio di mesi fa era a Chicago per la convention dei democratici a sostegno di Kamala Harris . Concludendo il suo discorso, questi ha affermato: “Il 5 novembre diremo ‘notte notte’ a Donald Trump”. Tra i due non è mai scorso buon sangue, infatti in passato Kerr e Trump si erano scontrati pubblicamente. “Sembra un bambino che piagnucola”, aveva detto Trump sminuendo le accuse di Kerr riferite a questioni di politica estera.

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