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“È l’impugnatura non la lama la parte più importante di un coltello. Ecco perché”: la verità di chef Tony sull'”arte” di tagliare in cucina

Il noto volto tv che è riuscito a vendere una immane quantità di coltelli negli anni Duemila si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera

di F. Q.
“È l’impugnatura non la lama la parte più importante di un coltello. Ecco perché”: la verità di chef Tony sull'”arte” di tagliare in cucina

Chi ricorda lo chef Tony? Vero nome Anthony Joseph Notaro, negli anni Duemila ha mostrato e cercato di ‘televendere’ file di coltelli in tv, facendo venire voglia a diversi spettatori di comprarli e di provare a tagliare gli alimenti proprio come faceva lui, Chef Tony. “(…) Che io sia così famoso in Italia in realtà l’ho scoperto appena quattro anni fa, quando un manager di QVC fece il mio nome durante un incontro nella sede italiana dell’emittente e, con sua grande sorpresa, vide le persone esaltarsi improvvisamente. A quel punto prese un autobus e chiese ai passeggeri se sapevano chi fossi: si alzarono così tante mani che sembrava fosse in corso una rapina! Quando vidi il video di quel momento piansi dalla commozione accanto a mia moglie, perché vado davvero fiero delle mie radici”, ha spiegato al Corriere della Sera.

Chef Tony racconta anche com’è nato il suo successo (planetario, e non per dire): dal debutto in cui “ad andare in onda erano solo le mie mani”, dice, all’intuizione di un produttore che “restò ipnotizzato, mi convocò subito e mi disse che non aveva mai visto nessuno usare le mani come me. Doveva pubblicizzare una mandolina e mi volle a tutti i costi nel suo show, questa volta a figura intera. Il resto venne di conseguenza, di nuovo prodotto in nuovo prodotto”.

Ma chef Tony s’intende veramente di coltelli? Ebbene sì, anzi quelli del set che ha venuto sono stati concepiti anche col suo zampino: “A mio modo di vedere è proprio l’impugnatura, e non la lama, la parte più importante di un coltello. Perché se un utensile non sta bene nella tua mano, finirai per non usarlo. Dopotutto la lama non è altro che un’estensione del manico: senza un buon controllo non può funzionare bene. Da questo punto di vista mi tornò molto utile conoscere le spade tradizionali giapponesi, da buon cultore delle arti marziali quale sono dal 1969. Ecco, dai primi prototipi al lancio sul mercato trascorsero ben quattro anni: dal 1996 al 2000. Ne ricavammo un set di cinque esemplari che era perfettamente in grado di sostituirne altri grandi e costosi il triplo, e fu un successo assoluto. Solo per restare negli Stati Uniti, quello spot venne trasmesso quasi 80 mila volte e ogni acquirente finì per comprare in media quattro set: il primo per sé, gli altri per regalarli ad amici e parenti da tanto ne restava soddisfatto. Potete dunque immaginare la mia di soddisfazione…”. Cosa fa oggi Chef Tony? Pensionato ma non per davvero, la sua idea e quella di vendere prodotti italiani in Corea del Sud. E se l’avventura andrà bene com’è andata con i coltelli, sarà una nuova bella avventura per lui…

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