23 aprile 2022, una data che l’ex portiere della Juventus e della Nazionale Italiana Stefano Tacconi non dimenticherà mai. Ad un certo punto, durante un evento benefico ad Asti, sente un forte mal di testa: “Una cosa strana per me, l’ho detto a mio figlio e poi sono svenuto”. Prontamente, il figlio Andrea lo accompagna in ospedale dove sarà operato d’urgenza a causa di un aneurisma cerebrale: “Il dottor Barbanera nell’Ospedale di Alessandria con il primo intervento mi ha salvato la vita“, ammette Tacconi a Novella 2000 raccontando il suo percorso verso la guarigione.
“Nel complesso devo dire che sto bene. Ho ancora qualche problema alla gamba destra, che mi obbliga a camminare con una stampella, ma sto lavorando con la fisioterapia. Prima o poi la butto via questa stampella“, promette l’ex calciatore ora impegnato nella promozione del suo libro autobiografico intitolato L’arte di parare – Trovare il coraggio per affrontare i tiri della vita. “Sicuramente è stata la parata più difficile perché il tiro è stato il più imprevedibile. Il desiderio di scrivere un libro mi è venuto in ospedale perché ho visto che c’erano persone che vivevano situazioni anche peggiori delle mie e tiravano fuori una grande forza d’animo. Ecco, c’è chi ha più forza e chi meno”, evidenzia Tacconi che con grinta aggiunge: “Ho voluto far vedere alla morte che io avevo più forza di lei e mandare un messaggio proprio a tutti, per dire che si può uscire da tutte le situazioni, anche quelle che ci sembrano le più brutte”. Tornando invece brevemente sul terreno di gioco, l’ex calciatore ha svelato il momento di maggiore gioia di tutta la sua carriera: “Sicuramente i rigori parati nella finale della Coppa Intercontinentale del 1985 a Tokyo. Arrivare ai rigori ed essere protagonista fu fantastico. Fu come ripagare tutta la fiducia che anche l’avvocato Agnelli mi diede a inizio carriera”.
Riguardo al supporto ricevuto della sua famiglia ha dichiarato: “Mi sono stati tutti vicini dal primo momento. Ho voluto fortemente una famiglia e la sorte me ne ha regalata una grandissima. Loro mi hanno dato la cura migliore di tutte, il loro affetto. Infatti, quando sono ritornato a casa ho iniziato a migliorare velocemente. In particolare, ringrazio mio figlio Andrea, che ha portato avanti le mie cose e si è sempre curato di farmi arrivare i messaggi di tutti coloro i quali volessero manifestarmi il loro affetto”.
Tacconi ha poi svelato il suo primo ricordo dopo essere uscito dal coma: “L’immagine di mia moglie davanti a me in ospedale. Erano settimane che lei faceva continuamente su e giù da Milano. Il rapporto con Laura adesso è diverso, perché vedo nei suoi occhi la sofferenza che ha vissuto e superato. Una sofferenza enorme. Hanno pregato tanto, lei e tutta la mia famiglia. Posso solo immaginare il travaglio che hanno attraversato durante quelle lunghissime settimane”. Infine, su come sia cambiato lui come persona dopo questo terribile episodio: “Sono sicuramente un uomo più accorto e più misurato in tante cose. Prima non pensavo troppo al domani, oggi sto sempre molto attento al mio benessere. Non fumo più, non bevo più. Diciamo che forse avevo tirato un po’ troppo la corda. Adesso ho ripreso anche a fare ginnastica dopo venticinque anni durante i quali avevo completamente smesso e posso assicurarvi che è stata durissima”.