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Trump, il discorso della vittoria: “Fermerò le guerre, ho un mandato senza precedenti”. S’incorona 47° presidente e ringrazia Musk

Donald Trump inizia il suo discorso della vittoria alle elezioni come un gentleman, ringraziando la moglie, “Melania, la first lady, che è numero uno con il suo libro” (un po’ di marketing per la fatica letteraria non guasta). Sul palco del Convention Center di Palm Beach (Florida), circondato dai famigliari e dal suo vice J.D. Vance, bacia la consorte da bravo marito, dimenticando le parole offensive pronunciate sovente all’indirizzo del gentil sesso. “Proteggerò le donne, che a loro piaccia o meno”, aveva detto sei giorni fa in un comizio in Wisconsin, tra la minaccia e il paternalismo.

Trump manda subito un segnale fuori dai confini, nelle cancellerie europee, in Russia e nel Medio Oriente: “Non inizierò guerre ma le fermerò”. Poi ha ricordato come durante il suo primo mandato non ci furono conflitti, ma piuttosto “una sconfitta dell’Isis in tempi record”.

L’investitura ufficiale dovrebbe arrivare a gennaio, ma il presidente in pectore s’incorona subito e riallaccia i nodi col passato, ricordando di essere già stato alla Casa Bianca: “Voglio ringraziare il popolo americano per lo straordinario onore di essere eletto vostro 47° presidente e vostro 45° presidente”.

Tra i primi sulla lista dei ringraziamenti per la vittoria c’è il magnate di Tesla Elon Musk, “un supergenio”; per il leader repubblicano bisogna “proteggere i supergeni”. Il presidente in pectore esalta la vittoria come un’impresa di popolo: “Questo è un movimento mai visto prima, questo è il più grande movimento della storia”, ha dichiarato sulle ali della vittoria. “Sistemeremo tutto”, ha aggiunto, citando come prima cosa i problemi al confine per la gestione dei flussi migratori.

Trump rafforza la sua impresa, frutto “di un mandato forte e senza precedenti, abbiamo ripreso il controllo del Senato, le vittorie al Senato sono incredibili, sembra che manterremo il controllo della Camera“.

Indica un nuova “età dell’oro” negli Usa, intonando lo slogan “Great again” (di nuovo grande). “Non avrò pace finché non avremo mantenuto la promessa di un’America forte, sicura e prospera. Lotterò per voi, per la vostra famiglia e per il vostro futuro ogni singolo giorno. Combatterò per voi con ogni singolo respiro del mio corpo”: i toni sono enfatici, in perfetto stile Trump. Del resto, il Paese è dipinto come un malato dopo il fallimento della cura Biden: “Aiuteremo il nostro Paese a guarire”.

Infine, l’appello all’unità della nazione, malgrado alla vigilia del voto non avesse escluso il mancato riconoscimento dell’esito elettorale, in caso di sconfitta: “Mettiamo le divisioni del passato alle spalle, stiamo uniti”. Non poteva mancare il versante religioso, nel discorso di un leader acclamato tra gli elettori più conservatori, rammentando il fallito attentato del 13 luglio scorso e le profezie dei suoi seguaci più accaniti: “Dio mi ha salvato la vita per una ragione, salvare il Paese”. “È un compito difficile – ha aggiunto – ma spenderà ogni forza che ho per il lavoro che mi avete affidato, governerò con il motto ‘promesse fatte, promesse mantenute'”.