Da Rancho Santa Fè, California. Il 27enne Taylor Fritz si è confermato ad alti livello e torna per la seconda volta in carriera alle Finals, dopo la semifinale del 2022. Numero 5 della classifica mondiale, 8 trofei in carriera, lo statunitense in stagione ha conquistato due titoli (i 250 di Delray Beach ed Eastbourne), i quarti a Wimbledon e agli Australian Open, ma soprattutto la finale allo Us Open. La sconfitta contro Sinner è stata netta, ma è stato anche il momento che ha dato la spinta decisiva verso Torino, certificando la sua crescita a livello Slam. Una delusione certo, ma dal retrogusto dolce.
Arriva alle Finals con il morale alto e il best ranking della carriera. Il cemento indoor può dare una grande mano a un giocatore che ha nel diritto e nel servizio le proprie armi migliori. Negli ultimi tre tornei, è uscito al primo turno in due occasioni. Un dato che però non deve ingannare. Appena un mese fa infatti Fritz si è spinto fino alla semifinale del Masters 1000 di Shanghai.
Insomma, a Torino si presenta con i gradi dell’outsider. Sinner e Alcaraz (sulla carta) sembrano di un’altra dimensione, tutti gli altri no. Anche lo stesso Zverev è indietro negli scontri diretti per 6-5. Ripetere la semifinale di due anni fa è missione più che fattibile. E una finale? Un sogno, ma non troppo ardito. Le Finals sanno essere imprevedibili.