PADOVA – Avevano aggredito nell’androne di casa l’avvocato Piero Longo, già parlamentare di Forza Italia, il penalista padovano che è stato uno dei difensori storici di Silvio Berlusconi. Il giudice monocratico del Tribunale, Vittoria Giansanti, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Roberto D’Angelo e ha condannato la coppia che aveva affrontato in modo veemente il legale, colpendolo con calci e pugni. Longo aveva estratto una pistola e sparato due colpi, così i malintenzionati si erano allontanati, portando con sé l’arma, poi sequestrata dalla Polizia. Il giudice ha inflitto una pena di 3 anni e 2 mesi di reclusione sia all’elettricista Luca Zanon di 52 anni che all’allora sua fidanzata, la commercialista Silvia Maran di 50 anni. Per entrambi è scattata l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Inoltre, il giudice ha fissato una provvisionale di 5mila euro, in vista della determinazione del danno nel giudizio civile.

La condanna riguarda i reati di lesioni gravi e violazione di domicilio, mentre è caduta l’accusa di porto abusivo di arma. Il fatto che Zanon si fosse impossessato dell’arma, allontanandosi, non è stato sufficiente a configurare il reato di porto abusivo. L’avvocata Anna Desiderio, difensore del professore, ha dichiarato: “Siamo soddisfatti perché è stata riconosciuta la dinamica dei fatti”. D’altra parte esistevano le registrazioni video che mostravano la coppia in attesa dell’avvocato, dopo aver suonato il campanello di casa, quindi l’aggressione proseguita all’interno dello stabile e la fuga, prima che Longo, sanguinante, venisse soccorso e trasportato all’ospedale, con una prognosi di oltre 40 giorni di guarigione.

La ragione della vicenda è da ricercare nei rapporti del legale con Rosy, una giovane donna, amica di Zanon e Maran, che avrebbe confidato loro di aver avuto in passato una relazione con il professionista. Anche lei era in aula al momento della lettura della sentenza. La sera dell’aggressione si trovava, invece, poco lontano dalla casa di Longo e aveva osservato con sbigottimento quanto stava accadendo. Era risultata estranea alla dinamica e per questo era stata già assolta sia in primo che in secondo grado.

Il fatto risale al 30 settembre del 2020 ed è avvenuto in via Tiso da Camposampiero, nel centro storico di Padova dove l’ex senatore vive. Inizialmente l’elettricista aveva parlato all’avvocato, che era stato colpito poi con un calcio e un pugno dalla Maran. La reazione di Longo, che ha sparato con una Smith & Wesson calibro 38, è stata giustificata dall’esercizio della legittima difesa.

L’aggressione è stata brutale e ha provocato a Longo la frattura di alcune ossa del capo, con lesioni al naso e alla mandibola. La difesa ha cercato di valorizzare l’esistenza di una relazione sentimentale del professionista con l’amica degli imputati, ma non ha potuto evitare le condanne, visto che nelle riprese si vede il momento in cui Longo veniva colpito con un calcio, prima di riuscire ad estrarre la pistola. In particolare, Silvia Maran aveva spiegato di essersi recata a casa di Longo perché la sua amica avrebbe voluto affrontarlo da sola, esigendo una spiegazione, dopo che il suo contatto telefonico era stato bloccato dall’avvocato.

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