Quando vediamo un artista diversamente abile lo giudichiamo in base al suo talento oppure, nel nostro metro di giudizio, siamo influenzati dalla sua condizione fisica?

Basta pietismo, sì all’inclusione! Questo è il messaggio che è risuonato forte e chiaro nella Sala Stampa della Camera dei Deputati dove si è tenuta la conferenza “Entusiasmabilità, musica e inclusione” voluta dal Vicepresidente Sergio Costa in collaborazione con Entusiasmabili APS e moderata dal giornalista Andrea Parrella.

Questo evento, patrocinato dalla Rai, ha visto la partecipazione del mondo della politica, della musica e dello spettacolo.

Graziella Saverino, Presidentessa di Entusiasmabili, vuole essere ricordata per il suo talento e non per la sua storia di persona diversamente abile. Gli artisti chiedono con forza di essere giudicati solo per le loro qualità e non per il fatto che, con la loro presenza, possono suscitare sentimenti di compassione.

Le cose devono cambiare. Devono essere rimosse tutte quelle barriere architettoniche e culturali che fanno sì che, purtroppo ancora oggi, tanti talenti siano esclusi dai palcoscenici e dai media italiani.

Il pregiudizio è negli occhi di chi guarda, siamo tutti uguali, a prescindere dalla nostra condizione. Abbattiamo allora questi stereotipi che frenano l’accesso delle persone con disabilità al mondo dello spettacolo e dell’arte. Mettiamo il talento sopra ogni cosa.

Il Vicepresidente della Camera Sergio Costa snocciola alcuni dati: nel nostro Paese, secondo l’Istat, ci sono 13 milioni di persone con disabilità e oltre 3 milioni versano in condizioni gravi. Secondo Costa l’inclusione è possibile, ci deve essere un impegno trasversale condiviso da tutte le forze politiche. Costa fa poi un appello a Carlo Conti in vista di Sanremo 2025 affinché sia dato spazio all’inclusione e gli artisti siano valutati esclusivamente per le loro capacità.

Il discografico Carlo Martelli racconta come prima si ragionasse in base alla qualità della proposta, a prescindere da chi fosse il soggetto promotore. Pierangelo Bertoli, Annalisa Minetti e molti altri hanno avuto successo in quanto il discografico allora ragionava esclusivamente in base al merito. Nei primi anni Duemila, invece, prende piede l’idea di offrire un servizio; secondo Martelli oggi si subisce il mercato, non lo si indirizza. Un disabile oggi si vede chiudere le porte in faccia a prescindere dalla sua offerta. Non ricorda nessun artista con disabilità che sia uscito dai talent. Tutto è basato sui numeri, tutto si basa sull’immagine.

Il deputato Andrea Quartini afferma come lo Stato debba fare in modo che siano eliminate le barriere, non solo quelle fisiche ma anche quelle culturali: le persone diversamente abili devono godere dei principi che la Costituzione garantisce loro; non si tratta di una questione di assistenza.

Il giornalista e il conduttore tv Stefano Buttafuoco racconta che è stato proprio suo figlio con disabilità a dargli il dono della concretezza; da gennaio partirà la terza stagione del programma “Il Cacciatore di sogni” in cui si racconteranno storie di donne e di uomini che hanno trasformato i loro punti deboli in punti di forza.
Chiude Valeria Marini che afferma come la disabilità debba essere un punto di forza e chiede che sia dato spazio a chi merita.

Entusiasmiamoci dunque, liberiamoci da ogni forma di pregiudizio e apriamo il nostro cuore!

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