Sei non sei cool sei una sfigata, se cerchi di essere alternativa sei automaticamente strana. “Non gareggerò più. Ora mi sembra tutto davvero difficile. Non avevo alcun controllo su come le persone mi vedevano o su chi ero”. Diventata personaggio virale e meme durante le Olimpiadi di Parigi 2024 – per il suo singolare modo di ballare – Rachaeal Gunn ha deciso di ritirarsi dal mondo della breakdance. Non tanto per sua volontà personale, quanto per essere stata spinta da pesanti giudizi e insulti sui social. Certo, non la migliore delle performance, ma l’accanimento nei suoi confronti ha dimostrato come oggi, un commento su Instagram o X possa influenzare molto di più di una pessima prestazione. Docente universitaria di 37 anni, nel tempo libero ha coltivato una passione che l’ha accompagnata per tutta la sua adolescenza. Ridicolizzata in pubblico, ha dovuto necessariamente fare un passo indietro per uscire dal circolo vizioso del cyberbullismo e dell’odio online.

Una performance diventata (troppo) virale
Come può accadere che un’atleta possa diventare lo zimbello dei social? Iniziato quasi tutto per scherzo e come semplice meme, la “Raygunmania (così viene soprannominata la breakdancer australiana) si è conclusa nel peggiore dei modi. Un ritiro forzato e mai preso in considerazione fino a qualche mese fa. Una danza del canguro rivisitata che è stata parodizzata da tutto il mondo. Le pressioni ricevute sono state troppe, “davvero sconvolgenti”, come dai lei dichiarato. “Ballare è davvero divertente, ti fa stare bene e non credo che la gente si debba sentire male per il modo in cui balla”.

Il fallimento della breakdance ai Giochi
Nata come stile urban-hip hop nel Bronx di New York negli anni ’70, nel nuovo millennio la breakdance è forse più corretto identificarla come forma libera di espressione. Una “danza di strada” diventata fenomeno pop fino a guadagnarsi perfino l’introduzione della disciplina alle Olimpiadi, per volontà del Comitato olimpico francese. Una scelta che aveva fatto storcere il naso ai puristi in materia. Un presagio confermato dopo la bizzarra interpretazione di Gunn. Ritenuta colpevole di aver sminuito un movimento, ecco le critiche gratuite sui social. E le Olimpiadi, dato lo scarso successo della breakdance, non sembrerebbero nemmeno intenzionate a dare alla breakdance una seconda chance in vista di Los Angeles 2028.

Bullismo, molestie e teorie del complotto
Accusata anche di teorie del complotto legate alla sua partecipazione – secondo cui sarebbe stato coinvolto anche il marito – e alla nomina di “miglior breaker del mondo”, Gunn non ha potuto fare altro che fermare sé stessa per placare l’intera ondata d’odio. A nulla è servito il sostegno del Comitato olimpico australiano, degli atleti connazionali e anche del primo ministro che avevano definito questi attacchi atti di bullismo e molestie. Stile non convenzionale e fuori dagli schermi: “Ballo ancora e pratico ancora la breaking. Ma tipo che lo faccio nel mio salotto con il mio partner”, ha spiegato. Sentirsi liberi di dar sfogo alla propria arte significa andare controcorrente in un mondo social che di umano sta dimostrando di non avere più nulla.

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