A fine ottobre era stato il Financial Times a parlare di una presunta exit strategy di Donald Trump dalla guerra in Ucraina, prospettando un accordo che avrebbe avvantaggiato la Russia, smarcato gli Usa da successivi finanziamenti per il mantenimento della pace, col il netto rifiuto di Washington a partecipare a eventuali operazioni di peacekeeping. Ma ora maggiori dettagli arrivano dal Wall Street Journal, secondo cui i consiglieri di Donald Trump gli raccomandano di congelare la guerra in atto, fissando l’occupazione da parte di Mosca di circa il 20% dell’Ucraina e costringendo Kiev a sospendere temporaneamente la sua richiesta di adesione alla Nato. Un’idea proposta all’interno dell’ufficio di transizione di Trump prevedrebbe che Kiev prometta di non unirsi alla Nato per almeno 20 anni.
In cambio, gli Stati Uniti continuerebbero a fornire all’Ucraina armi per scoraggiare un futuro attacco russo. La linea del fronte sostanzialmente si bloccherebbe e entrambe le parti concorderebbero su una zona demilitarizzata di 800 miglia. Chi pattuglierebbe quel territorio resta poco chiaro, ma un consigliere ha detto che la forza di mantenimento della pace non coinvolgerebbe truppe americane, né proverrebbe da un organismo internazionale finanziato dagli Stati Uniti, come le Nazioni Unite. Come nel primo mandato di Trump, diverse fazioni sono pronte a competere per influenzare la politica estera del repubblicano. Gli alleati più tradizionalisti come Mike Pompeo, l’ex segretario di stato ora in lizza per guidare il Pentagono, probabilmente spingeranno per un accordo che non sembra dare una vittoria importante a Mosca. Altri consiglieri, in particolare Richard Grenell, uno dei principali candidati a guidare il Dipartimento di Stato o a fungere da consigliere per la sicurezza nazionale, potrebbero dare priorità al desiderio di Trump di porre fine alla guerra il prima possibile, anche se ciò significa costringere Kiev a concessioni significative.
Cosa scriveva il Financial Times – Secondo il quotidiano finanziario, la exit strategy di Trump farebbe felici i russi: zone autonome e smilitarizzate su entrambi i lati del confine, no all’entrata di Kiev nella Nato, Paesi Ue che devono assumere il ruolo di garanti del processo di pace, mentre la partecipazione degli Stati Uniti e della Nato sarà minima. Non spetterà agli Usa, inoltre, assumersi l’onere finanziario del mantenimento della pace, bensì ai Paesi dell’Ue, con Washington che non sarà disponibile nemmeno a partecipare a eventuali operazioni di peacekeeping.