Ci sono delle buone possibilità che Trump possa mettere allo stesso tavolo Putin e Zelensky, del resto lui ci si è impegnato seriamente, anche perché secondo molti analisti, fra cui il generale Fabio Mini, l’Ucraina ha già perso la guerra. Eppure c’è chi si ostina a voler armare l’Europa per competere con la Russia, cioè con la più grande potenza nucleare del mondo. Una cosa è certa: la stampa mainstream le ha cannate tutte, dalla prima all’ultima“. Sono le parole di Moni Ovadia, ospite di Coffee break (La7), in un dibattito incentrato sulla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane.

L’artista condivide pienamente l’intervento della giornalista Tiziana Ferrario, che ricorda il trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces), l’accordo siglato nel 1987 tra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov e finalizzato a garantire un equilibrio tra le due maggiori potenze nucleari. E rammenta che Reagan era repubblicano, non democratico. “Reagan era un presidente di ben altra caratura – osserva Ovadia – Parliamo di uno contro il quale io avrei votato con tutte le mie forze, ma era un uomo con delle grandi capacità di capire il mondo. Allora c’è stata l’epoca della diplomazia e del disarmo, ma ora dov’è finita? La cosiddetta sinistra, se non si occupa di questo, cosa ci sta a fare? È meglio che chiuda baracca e burattini e vada in pensione”.

E dissente fortemente da Alan Friedman, secondo cui molti leader europei si oppongono a una trattativa tra Russia-Ucraina. Tra questi, ci sarebbe Giorgia Meloni che, a dire del giornalista americano, ‘per principio non vuole cedere a Putin’. “Ma non è vero – insorge Ovadia – Giorgia Meloni prima di fare il cambio in statista consapevole celebrava Putin, esattamente come Matteo Salvini. Ma di cosa stiamo parlando?”.
E conclude: “Questa guerra deve finire, altrimenti diventa una terza guerra mondiale in Europa. E su questo un’iniziativa europea non si è vista in nessun termine proprio, zero virgola zero”.

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